Catania: arrestati due ufficiali Aeronautica per ampliamento Sigonella

Istigazione alla corruzione per la procedura di esproprio di terreni adiacenti alla base militare di Sigonella.

© A&g/La Presse 19-05-2007 Genova,Italia Varie Esibizione delle Frecce Tricolori dell'Aereonautica Militare Italiana comandate dal maggiore Massimo Tammaro. Nella foto:un momento dell'esibizione.

MILANO – Istigazione alla corruzione per la procedura di esproprio di terreni adiacenti alla base militare di Sigonella. É con questa accusa che Matteo Mazzamurro e Giuseppe Laera, rispettivamente tenente colonnello e luogotenente all’Aeronautica militare, sono stati arrestati questa mattina dalla Guardia di Finanza di Catania. I due ufficiali sono finiti al centro di un’inchiesta il cui nome in codice è ‘Extra Base’, coordinata dalla procura etnea. Da quanto è emerso dalle indagini, i due ufficiali, che sono attualmente in servizio al 3° reparto genio di Bari, avrebbero percepito compensi prestabiliti attraverso un “tariffario” che avevano messo a punto.

L’indagine delle Fiamme Gialle ha preso spunto dalla denuncia di un collaboratore della Sater, azienda agricola che fa capo all’editore Mario Ciancio Sanfilippo, editore del quotidiano ‘La Sicilia’. Proprio l’azienda agricola Sater è proprietaria di uno dei terreni che fanno parte dell’estesa area oggetto di esproprio per realizzare gli amplimenti. I terreni in questione ricadono nei territori di Motta Sant’Anastasia e Catania.

Le successive investigazioni – sottolinea la Gdf – hanno consentito di riscontrare che i due militari, deputati a seguire l’iter amministrativo di tutta la procedura di esproprio di una vasta area di circa 100 ettari confinante con la base aerea di Sigonella, hanno sollecitato il proprietario del terreno a versare una somma di denaro in contanti, garantendo in cambio un indennizzo maggiore (fino a 35 mila euro per ettaro) rispetto ai valori di mercato (18 mila euro) per l’esproprio del terreno.

E ancora: un ampliamento, rispetto al progetto originario, dell’area da espropriare, così da garantire un maggiore vantaggio al privato, con conseguente aumento della spesa pubblica, il celere riconoscimento dell’indennità di esproprio, senza necessità di avviare contenzioso con la pubblica amministrazione.

“Le indagini – sottolineano gli inquirenti – hanno consentito di accertare che i due pubblici ufficiali, in cambio della messa a disposizione della loro funzione, hanno in più occasioni richiesto al proprietario del terreno un illecito compenso, stabilito mediante tariffario che prevedeva una percentuale (dall’1 al 3%) a loro favore, in base all’aumento di valore dell’indennità di esproprio”.

LaPresse

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome