TORINO – L’Austria stringe le sue maglie contro il Covid-19. Ad annunciarlo è il neo cancelliere Alexander Schallenberg che spiega come le persone non vaccinate potrebbero dovere affrontare nuove restrizioni se i numeri dei casi dovessero continuare ad aumentare. “La pandemia non è ancora nello specchietto retrovisore. Stiamo per imbatterci in una pandemia di non vaccinati”, spiega. E, proprio per questo, se il numero di pazienti covid dovesse raggiungere 500, o il 25% della capacità totale del Paese, l’ingresso in attività come ristoranti e hotel sarebbe limitato a coloro che sono vaccinati o guariti dal virus. Peggio ancora se i ricoverati in intensiva fossero 600, o un terzo della capacità totale: i non vaccinati potrebbero essere autorizzati a lasciare la loro casa solo per motivi specifici. Decisioni durissime, che però colpirebbero solo quella fetta di popolazione che ha deciso di non sottoporsi al vaccino. Attualmente, il numero di pazienti Covid-19 in terapia intensiva è di 220. La scorsa settimana, l’Austria ha segnalato 20.408 nuovi casi. Sebbene il governo austriaco abbia incoraggiato i cittadini a vaccinarsi, negli ultimi mesi lo sforzo è rallentato. Circa il 65,4% della popolazione totale ha ricevuto una dose del vaccino e il 62,2% è completamente vaccinato. Proprio questi numeri hanno portato il cancelliere a una decisione più dura, sperando così di spingere di più sulle vaccinazioni, coinvolgendo i cittadini ancora indecisi.
L’Austria non è l’unico Paese del mondo che fa i conti con una crescita dei casi di coronavirus e che è costretto a correre ai ripari. Uno dei casi eclatanti è quello della Russia, che da giorni continua ad inanellare un record negativo dopo l’altro di morti e contagi. Entrambi i dati, ancora saliti nelle ultime 24 ore con 1.075 decessi e 37.678 nuovi casi. Solo circa un terzo dei 146 milioni di russi è stato vaccinato, mettendo a dura prova il sistema sanitario del Paese. Di fronte a una diffusa resistenza alla vaccinazione, il presidente Vladimir Putin ha risposto al peggioramento della situazione ordinando ai russi di astenersi dal lavoro tra il 30 ottobre e il 7 novembre.
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