TRIESTE – I cortei no green pass che si susseguono da settimane a Trieste un risultato l’hanno prodotto: l’impennata dei contagi da Covid. La positività ai tamponi molecolari oggi è schizzata al 4,11 per cento: 267 casi, il numero più alto da aprile. Nel capoluogo regionale si registrano 256 positivi ogni 100mila abitanti da venerdì 22: il dato più alto d’Italia. Effetto degli assembramenti di persone dichiaratamente non vaccinate e di una percentuale di vaccinati di circa il 65 per cento. Così oggi, per far fronte all’aumento di accessi al pronto soccorso, ha dovuto riaprire un reparto Covid dell’ospedale Maggiore di Trieste, che però non è bastato a soddisfare le richieste: nella mattinata si è formata una lista d’attesa di una decina di persone. Una situazione che ha portato il prefetto di Trieste Valerio Valenti a ipotizzare una futura ‘zona gialla’.
A fare il punto, nel pomeriggio, è stato il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi. “Per far fronte – ha spiegato – all’emergenza Covid-19, da oggi la Sc Malattie infettive ha dovuto riattivare i posti letto di degenza al terzo piano della palazzina infettivi dell’ospedale Maggiore. Qui saranno curati 4 nuovi pazienti, altri 15 si trovano già ricoverati al primo piano della struttura. Purtroppo il virus ha ripreso a correre e le notizie che giungono dal pronto soccorso non sono confortanti”. Riccardi ha sottolineato che “oltre il 90% dei pazienti ricoverati non risulta vaccinato”.
L’epidemiologo che guida la task force Covid in Fvg, Fabio Barbone, ha evidenziato il nesso tra proteste e aumento dei contagi. In un contesto di “aumento della circolazione virale, si sono tenute manifestazioni cui hanno partecipato persone dichiaratamente non vaccinate. Si tratta del focolaio più importante attivo in Fvg”.
Di Massimo Pighin