MILANO – Dopo le lamentele per i disservizi tecnici nelle prime giornate di campionato, una nuova bufera rischia di abbattersi su DAZN. Secondo una indiscrezione del Sole24Ore, da metà dicembre l’emittente che trasmette in esclusiva sette delle dieci partite a giornata della Serie A dovrebbe togliere la possibilità per gli utenti di collegarsi contemporaneamente da due dispositivi diversi – salvo che siano collegati alla stessa rete internet – con lo stesso abbonamento. La così detta ‘concurrency’. Una mossa ‘antipirateria’ volta a colpire i tanti che hanno l’abitudine di dividere il costo mensile della piattaforma, oltre alla necessità di contrastare il traffico illegale. Contattata da LaPresse, al momento DAZN si è trincerata dietro un “no comment”. Sempre secondo il Sole, lo stop alla ‘concurrency’ viene considerata anche nell’interesse della Lega Serie A e dei presidenti delle sue società, visto che punta a colpire l’utilizzo fraudolento degli accessi a DAZN.
L’indiscrezione sulle intenzioni dell’emittente ha immediatamente scatenato un vespaio di critiche e polemiche, soprattutto sui social dove in poche ore è tornato ‘trend topic’ l’hashtat #Daznout. Duro anche il commento delle principali associazioni a difesa del consumatore. Il Codacons ha deciso infatti di presentare un esposto all’Autorità per le comunicazioni (Agcom) e a quella per la concorrenza affinché si accerti la correttezza dell’operato della società (Antitrust). Se sarà confermata la decisione di Dazn di modificare unilateralmente le condizioni contrattuali e bloccare l’accesso ai contenuti in contemporanea da due device, si potrebbe profilare un danno per quegli utenti che hanno attivato abbonamenti sulla base di condizioni su cui ora Dazn fa marcia indietro – spiega il Codacons – Se da un lato è comprensibile l’esigenza di combattere la pirateria, dall’altro è innegabile che modificare le regole del gioco dopo che gli utenti hanno accettato le condizioni proposte dalla società e siglato gli abbonamenti potrebbe configurare una violazione delle norme civilistiche e del Codice del Consumo, con una conseguente lesione dei diritti dei consumatori.
Sulla stessa lunghezza d’onda la Federconsumatori, secondo cui “la notizia aggiunge una ulteriore criticità alle già numerose problematiche che gli abbonati hanno riscontrato in questi mesi: com’è noto, fin dalla prima giornata di campionato si sono verificati blackout, interruzioni di video e altri disservizi che spesso hanno impedito a numerosi utenti di fruire del servizio”. Federconsumatori inoltre ricorda che “la società al momento adotta una Carta dei Servizi non discussa con le Associazioni dei Consumatori né formalmente approvata dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Ancora una volta, dunque, Dazn mette in atto un comportamento se non del tutto illecito quantomeno irrispettoso nei confronti degli utenti, ai quali peraltro proprio in seguito all’aggiudicazione dei diritti sulla serie A, è stato applicato un consistente aumento del canone mensile”. Alla luce di tali premesse, anche Federconsumatori sta trasmettendo una richiesta di intervento non solo ad AGCOM – che peraltro ha appena avviato un procedimento finalizzato alla definizione di parametri di qualità proprio per la trasmissione in live streaming delle partite su Dazn – ma anche all’Autorità Antitrust, poiché la condotta dell’azienda finisce per ledere, di fatto, i princìpi basilari della concorrenza e della correttezza del mercato.
LaPresse