No vax-No Green pass, perquisizioni in tutta Italia. Minacce al premier Draghi

Attraverso un canale Telegram si organizzavano iniziative e si incitava a "impiccagioni, fucilazioni e gambizzazioni"

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

Perquisizioni in tutta Italia: nel mirino degli inquirenti i ‘No vax- No Green pass”. L’operazione è partita dopo che i magistrati della Procura della Repubblica di Torino, del gruppo terrorismo ed eversione, avevano svolto accurate indagini.

Le città interessate

Sono ben 16 le città italiane passate al setaccio dalle forze dell’ordine, unitamente ai compartimenti di Polizia postale e Digos territoriali, con il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione. Sono 17 i decreti di perquisizione tra Ancona, Brescia, Cremona, Imperia, Milano, Pesaro Urbino, Pescara, Palermo, Pordenone, Roma, Salerno, Siena, Treviso, Trieste, Torino, Varese.

La pista e le accuse

Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti coadiuvati “dalla Polizia Postale e della Digos di Torino che hanno monitorato per diverse settimane, 24 ore su 24, il canale Telegram divenuto polo principale nell’organizzazione di proteste violente su tutto il territorio nazionale” tutte quelle persone che avevano preso parte alle chat “istigando sistematicamente all’utilizzo delle armi ed a compiere gravi atti illeciti contro le più alte cariche istituzionali, tra cui il presidente del consiglio Mario Draghi”. Nel mirino dei No vax-No Green pass sono finiti anche rappresentanti delle forze dell’ordine, medici, scienziati, giornalisti ed altri personaggi, tutti accusati di “asservimento” e di “collaborazionismo con la dittatura”. Nei loro confronti sono state ipotizzate le accuse di “reati di istigazione a delinquere con l’aggravante del ricorso a strumenti telematici e di istigazione a disobbedire le leggi”.

L’obiettivo

Sotto osservazione degli inquirenti il canale ‘Basta Dittatura’ già oggetto di un provvedimento giudiziario di sequestro e che, tramite un lavoro di proselitismo, è riuscito a raccogliere decine di migliaia di iscritti divenendo così il punto focale dei collegamenti di tutti i principali spazi web di protesta. Spesso sono stati utilizzati anche toni esasperati con espliciti riferimenti a “impiccagioni, fucilazioni e gambizzazioni”. Presa di mira anche la popolazione che a loro dire, essendosi vaccinata, si è così asservita allo Stato divenendone deliberatamente “schiava”. Tra i tanti sospettati persone già note alle forze dell’ordine per vari reati quali resistenza a pubblico ufficiale, furto, rapina, estorsione ed in materia di stupefacenti.

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