ROMA – In arrivo un piano industriale che avrà un respiro di dieci anni e in cui dovrà trovare spazio con forza il potenziamento del trasporto locale (su cui dovrà sbarcare la connessione al wi-fi) ma anche del merci e dei treni turistici. A tracciare la rotta di Ferrovie dello Stato è, in una audizione alla Camera, l’amministratore delegato di Fs Luigi Ferraris che comincia a delineare i settori su cui concentrare gli investimenti dei prossimi anni.
“Il piano industriale che presenteremo a febbraio – spiega – avrà durata decennale” e comprenderà investimenti sia sugli assett già presenti che su nuovi comparti. Una spinta arriverà dal Pnrr che attribuisce a Ferrovie stanziamenti per oltre 24 miliardi da spendere sia sulle infrastrutture che dovrà puntare su una mobilità sostenibile che su digitalizzazione e innovazione.
Al centro dei prossimi sforzi, assicura Ferraris, pendolari e merci. “Il nostro impegno sarà concentrato sul potenziamento del trasporto regionale. Il 70% del nostro traffico passa da lì e su questo dobbiamo lavorare”, ha spiegato Ferraris. Tra le novità l’introduzione delle connessioni wi-fi anche sui convogli regionali come già avviene sull’Alta velocità con risultati che devono comunque migliorare. Dice Ferraris: “Sull’Alta velocità la connettività sta migliorando ma non è ancora ai livelli che vogliamo”. Spazi di miglioramento anche sul fronte puntualità”. Non siamo messi male ma ci sono spazi per migliorare, ci dobbiamo lavorare molto”, assicura.
Gli impegni dei vertici di Ferrovie sono accolti con favore dalle associazioni degli utenti che chiedono comunque sfaorzi maggiori. “Approviamo l’impegno di Fs sui treni regionali ma chiediamo ulteriori sforzi sull’Alta Velocità per migliorare puntualità e prestazioni, e una politica meno autoreferenziale e più tesa alle esigenze dei passeggeri nella gestione delle infrastrutture” spiega il presidente di Assoutenti Furio Truzzi” “La sfida al miglioramento del servizio va indirizzata in particolare proprio alle infrastrutture, che in molte zone del paese risultano obsolete e non al passo coi tempi. La cosiddetta “rete snella” ha distrutto un numero elevatissimo di binari di interscambio nelle stazioni con conseguente aumento dei tempi di percorrenza a danno dei viaggiatori e un peggioramento sul fronte della sicurezza” sottolinea Truzzi.
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