NAPOLI – “È impensabile che si possa far fronte ad una quarta ondata pandemica ed a una nuova campagna vaccinale con lo stesso identico personale”. A lanciare l’allarme è Antonio Eliseo, responsabile regionale del sindacato Nursind. “Servono 6000 infermieri in Campania – aggiunge il rappresentante di categoria – se si vuole far nascere l’infermiere di famiglia. Inoltre si rende necessario un computo preciso dei posti letto perché è su quel dato che si formulano i piani triennali del fabbisogno del personale”.
Questi numeri comprendono anche i posti letto che, sulla carta, dovrebbero essere assicurati dalle strutture private. “Non ci siamo dimenticati – nota Eliseo – dell’accordo firmato dalla Regione con l’ospedalità privata. Un patto oltretutto bastonato dalla Corte dei conti”.
A gennaio scorso, il Tar ha stoppato l’accordo fra la Regione e l’associazione delle cliniche private Aiop per i rimborsi corrisposti dall’ente pubblico ai privati anche per ricoveri mai avvenuti, nell’ambito dell’emergenza Covid. Un’intesa che, secondo quanto annunciato dall’amministrazione pubblica, sarebbe dovuta servire ad alleviare il carico degli ospedali, ma che fin dall’inizio è stata contestata perché costituiva un vero “regalo” alle cliniche. E alla vicenda non si sono interessati solo i giudici amministrativi: anche la Corte dei conti ha disposto accertamenti. Fra l’altro, le condizioni dell’accordo stipulato dalla Campania sono più svantaggiose rispetto a quelle di altre Regioni. La sentenza 598 emanata a gennaio dalla prima sezione del Tar Campania respinge, nello specifico, il ricorso presentato dalla clinica Mediterranea di Napoli contro l’Asl Napoli 1: il privato chiede un indennizzo di oltre 3 milioni di euro per posti letto destinati a malati Covid senza rendicontare l’effettiva erogazione del servizio.
La clinica chiedeva l’annullamento della nota pubblicata il 3 giugno dell’anno scorso dalla Asl Na1 con la quale l’azienda pubblica ha chiesto alla “Mediterranea” (struttura accreditata con il Servizio sanitario nazionale) l’emissione di una nota di credito dell’importo di 3 milioni e 246mila euro a storno totale di una fattura emessa a maggio. In base all’intesa, alle case di cura che accolgono pazienti “Non Covid” degenti presso strutture pubbliche va una remunerazione mensile pari al 95% di un dodicesimo del budget assegnato dai decreti commissariali nel 2018, a prescindere dal valore della reale produzione.
A suo tempo Eliseo ha notato che va riprogrammata la rete ospedaliera, che deve essere più capillare, con la distinzione tra ospedali di pronto soccorso, ospedali di primo livello e Dea di secondo livello. Vanno pianificate unità operative complesse e dipartimenti su tutto il territorio campano e così i posti letto: la pandemia ha evidenziato queste carenze con il continuo utilizzo delle strutture private. Quanto al personale, gli attuali operatori della sanità hanno arginato le passate ondate Covid, ma già nei mesi scorsi Eliseo ha avvisato che sarebbe stato difficile contrastare con i numeri attuali una quarta ondata pandemica.