MILANO – Le indagini della procura di Milano, condotte dal nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza, prendono il via dai sequestri disposto dal gip Guido Salvini per 12 canali Telegram sui quali venivano venduti Green pass falsi. Le Fiamme Gialle hanno individuato gli ideatori delle truffe, due fratelli 30enni della provincia di Verona e una 19enne della provincia di Genova. I tre vendevano falsi Green Pass, falsi certificati vaccinali negativi on line e in cambio chiedevano pagamenti in criptovalute. Il 19enne genovese, la cui casa è stata perquisita in agosto, aveva usato l’account collegato al numero di telefono della madre. Una volta ottenuto il pagamento – chiedeva circa 100 euro per un certificato vaccinale – da aquanto è emerso dalle indagini, non generava e non spediva i certificati pubblicizzati, ma si limitava ad interrompere le comunicazioni con le vittime. In tutto il giovane ha ricevuto compensi tra i 1.000 e i 1.400 euro in criptovalute, bitcoin o ethereum, ripartiti tra gli exchange Binance e Coinbase.
Più complessa la truffa massa in atto dai fratelli 30enni della provincia di Verona. I due, infatti, avevano nei loco pc e device anche fotografie di documenti di identità e tessere sanitarie di diverse persone che si erano rivolte a loro per avere i passaporti vaccinali falsi. Resta da capire come utilizzassero i documenti carpiti ai malcapitati. Sui loro canali, poi, postavano dei falsi messaggi di utenti che grazie ai Green Pass contraffati sarebbero riusciti ad aggirare i controlli anti Covid. I due erano in possesso anche di diversi referti falsi, utilizzati per attestare la negatività ai tamponi naso-faringei.
(LaPresse)
