Papa, 2-6/12 a Cipro e in Grecia nel segno dei migranti: “Vicino all’ umanità ferita”

Da domani al 6 dicembre Papa Francesco sarà a Cipro e in Grecia per il suo 35esimo viaggio all'estero, ancora nel segno dei migranti.

CITTA’ DEL VATICANO– Da domani al 6 dicembre Papa Francesco sarà a Cipro e in Grecia per il suo 35esimo viaggio all’estero, ancora nel segno dei migranti. “Avrò l’opportunità di avvicinare un’umanità ferita nella carne di tanti migranti in cerca di speranza”, dice salutando i fedeli dopo l’udienza generale. Tappa a Nicosia, Atene, ma anche a Lesbo, per la seconda volta. Per la prima volta, il Papa pertirà da Roma con un volo di Ita.

Allo studio del Vaticano c’è la possibilità di ricollocare alcuni dei rifugiati dei campi di Cipro, “ma per la complessità delle operazioni queste cose si dicono dopo, o almeno quando sono certe”, ha precisato ieri il direttore della sala stampa, Matteo Bruni. “Non vi taccio la sintesi del tema: il Mediterraneo, che il Papa ha definito il più grande cimitero del mondo, quello delle rotte dei migranti via terra”, ha spiegato. Già nel 2016, da Lesbo, il Pontefice portò indietro sull’aereo per Roma 12 rifugiati siriani di fede islamica.

Non sarà ignorato il tema della riunificazione di Cipro, “una ferita aperta, possiamo aspettarci un riferimento a questo”, ha rivelato.

E’ lo stesso Bergoglio a definire il viaggio un “pellegrinaggio alle sorgenti”, rivolgendosi agli abitanti di Grecia e Cipro, “tutti, tutti, non solo i cattolici”, precisa, parlando di “magnifiche terre, benedette dalla storia, dalla cultura e dal Vangelo”, sulle orme di “grandi missionari”.

Il Papa si richiama alla “sorgente antica dell’Europa”: Cipro rappresenta “una propaggine della Terra Santa nel continente”, mentre “la Grecia è la patria della cultura classica”. L’Europa quindi, sottolinea Francesco, “non può prescindere dal Mediterraneo”: “Il mare nostrum, che collega tante terre, invita a navigare insieme, non a dividerci andando ciascuno per conto proprio, specialmente in questo periodo nel quale la lotta alla pandemia chiede ancora molto impegno e la crisi climatica incombe pesantemente. Il mare, che molti popoli abbraccia, con i suoi porti aperti ricorda che le sorgenti del vivere insieme stanno nell’accoglienza reciproca”.

Da qui, l’appello: “Penso a coloro che, in questi anni e oggi ancora, fuggono da guerre e povertà, approdano sulle coste del continente e altrove, e non trovano ospitalità, ma ostilità e vengono pure strumentalizzati. Sono sorelle e fratelli nostri. Quanti hanno perso la vita in mare”.

Per il segretario di Stato, Pietro Parolin, dal Papa arriverà l’esortazione “a trasformare il Mediterraneo da uno spazio che divide a un’occasione di incontro”. “Ricordiamo che questi Paesi sono stati segnati da itinerari apostolici di grandissima importanza – dice intervistato dai media vaticani -. È un ritornare a queste origini”.

Come da tradizione prima di ogni viaggio apostolico, anche questo pomeriggio, il Papa si è recato alla Basilica di Santa Maria Maggiore per affidare, davanti all’icona della Vergine Salus Populi Romani, la sua trasferta alla Madonna.

di Maria Elena Ribezzo

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