di Valentina Innocente e Roberto Micalli
Trieste, 9 apr. (LaPresse) – Arriva in Friuli Venezia Giulia per le regionali del 29 aprile ma lo sguardo di Matteo Salvini è a Roma. Più precisamente, a Palazzo Chigi. “Tornerò a Spilimbergo da presidente del Consiglio”, promette durante una tappa del tour per sostenere il candidato del centrodestra, Massimiliano Fedriga. E al botta e risposta sulla formazione del governo con Luigi Di Maio accompagna un avvertimento al Partito democratico: “Non useremo Fedriga come merce di scambio. Era un’occasione di ripartenza di una terra stupenda che negli ultimi anni è stata usata dal Pd come merce di scambio a livello romano. Io rivendico l’orgoglio di una comunità che tornerà a essere protagonista”. L’attacco è alla presidente uscente, Debora Serracchiani, che “è scappata dal Friuli Venezia Giulia e si è fatta eleggere a Roma”.
I toni e i temi usati dal leader leghista sono quelli di sempre: “Prima gli italiani e poi il resto del mondo”, ricorda a Udine, inaugurando il quartier generale del candidato del centrodestra alla guida della città, Pietro Fontanini. Salvini punta in particolare sulla richiesta di sicurezza arrivata dai cittadini, segnalando che Udine “ha bisogno di un sindaco che usi le caserme per metterle a disposizione di chi tutela l’ordine pubblico e non per allestire un albergo per gli immigrati clandestini”, e che il Friuli Venezia Giulia “sia una regione in cui li ospedali si aprano”.
I migranti sono il leit motiv del tour elettorale: “Ci riempiamo di finti profughi che vanno in giro per il Friuli Venezia Giulia e saremmo noi i razzisti? – ribadisce con garbo a Spilimbergo, in provincia di Pordenone – Ne ho le palle piene di immigrati clandestini che vanno in giro per la regione a spacciare e a fare casino. Bisogna far venire chi porta rispetto. Nessuno ti costringe a stare qua, ognuno è libero e il mondo è grande. Non vedo l’ora di farne sbarcare un po’ di meno ed espellerne un po’ di più”. Perché, per la Lega, “essere in Parlamento per noi non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza”. E ricorda come lo stesso candidato Fedriga avesse “un posto bello comodo in Parlamento, era capogruppo alla Camera della Lega. Ma mi ha detto: ‘Io non voglio stare a Roma, voglio andare in Friuli Venezia Giulia per aiutare la mia gente'”.