NAPOLI (Achille Talarico e Marco Maffongelli) – Droga portata in carcere nascosta nella carne o calata dall’alto grazie al drone, dieci misure. E’ quanto ha stabilito il gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Alessia Stadio che ha emesso un’ordinanza a carico di altrettante persone accusate in concorso di spaccio. Custodia cautelare in carcere per Salvatore D’Anza, 24enne di Acerra, il suo compagno di cella a Carinola Rosario Iorio, 38enne di Pianura, Luca Salerno, 27enne di Scampia, e Michele Ruffo, 46enne di Piscinola (tutti già detenuti); domiciliari per Patrizia Ferrigno, 62enne di Pianura – madre di Iorio – ed Emanuele Marsicano, nipote del 38enne nonché ritenuto dagli investigatori un elemento di spicco del ‘cartello’ Calone-Esposito-Marsicano erede del clan Mele e in lotta contro i Carillo-Perfetto, eredi dei Pesce-Marfella. Divieto di dimora nelle province di Napoli e Caserta, invece, per Angelo Salerno, 36enne di Scampia e fratello di Luca, Maddalena Sibilli, moglie di Ruffo, e per due donne di Acerra, Rosanna Rao, di 62 anni, e Addolorata Bassolino, 34enne, rispettivamente mamma e cognata di D’Anza.
I fatti oggetto di questa indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord vanno dal 2019 allo scorso maggio quando sarebbe emersa una frequente attività di spaccio all’interno della casa di reclusione ‘Novelli’ di Carinola gestita da diversi detenuti lì ristretti, i quali, coadiuvati da alcune persone all’esterno, per lo più parenti, avrebbero provato ad eludere i controlli della polizia penitenziaria per consentire l’ingresso di droga (principalmente hashish) in cella da consumare e vendere agli altri detenuti con un sovrapprezzo del 100%. Gli ordinativi di stupefacente sarebbero avvenuti utilizzando telefoni cellulari illecitamente detenuti all’interno del carcere. Per il pagamento delle partite di ‘fumo’ sarebbero state utilizzate ricariche su carte prepagate a soggetti diversi dagli spacciatori.
Cinque gli episodi contestati con differenti modalità per provare ad introdurre la droga nella casa di reclusione. In un caso la Penitenziaria avrebbe scoperto il tentativo di un parente di un detenuto di servirsi del fratello di soli 15 anni per ‘consegnare’ 92 grammi di hashish; in un altro, invece, l’operazione sarebbe stata portata a termine con l’acquisto avvenuto grazie all’intervento del gruppo di Pianura. In una circostanza, poi, 138 grammi di hashish sarebbero entrati calati dall’alto con l’utilizzo di un drone manovrato dall’esterno del carcere. ‘Sorte’ diversa per i 33 pezzi della stessa sostanza (per oltre 200 grami) e i 67 panetti (per 152 grammi) intercettati in due pacchi tra aprile 2020 e maggio 2021: la droga era nascosta in alcuni pezzi di carne, sia cotta che cruda. Tra i nascondigli individuati dalle forze dell’ordine anche i palloni da calcio lanciati da fuori oltre il muro perimetrale dove si trova il campo da gioco.