MILANO – Da oggi, le strade di Inter e Christian Eriksen si separano. Non certo un fulmine a ciel sereno, visto che le parti da tempo lavoravano all’accordo. L’annuncio della risoluzione consensuale del contratto, in scadenza nel 2024, era nell’aria. In seguito all’incontro tra i dirigenti, il 29enne centrocampista e il suo entourage, è arrivata l’ufficialità. Nella nota del club nerazzurro non si lesina in termini d’affetto nei confronti dello sfortunato giocatore: “Il club e tutta la famiglia nerazzurra abbracciano il calciatore e gli augurano il meglio per il suo futuro. Anche se oggi le strade dell’Inter e di Christian si separano, resterà un legame forte e indissolubile. I momenti più belli, i gol e le vittorie, l’abbraccio dei tifosi fuori da San Siro nel celebrare lo scudetto: tutto resterà sempre fissato nella storia nerazzurra”. Un epilogo che, ovviamente, non era quello immaginato da società e giocatore all’inizio del ‘matrimonio’. Le rigide norme mediche italiane non consentono al danese di proseguire l’attività agonistica nei nostri campionati: non idoneo, il responso dell’Istituto di Medicina dello Sport del Coni.
Dallo scorso giugno, Eriksen vive con un defibrillatore cardiaco, in seguito al malore accusato in quel 12 giugno che il mondo del calcio non si dimenticherà tanto facilmente. Copenaghen, prima gara del Gruppo B dell’Europeo: è il 43′ di Danimarca-Finlandia quando il centrocampista crolla al suolo, privo di sensi. Secondi e minuti che diventano interminabili e lungo i quali si teme il peggio, evitato grazie ai tempestivi soccorsi in campo. Eriksen si riprende, ma ovviamente la sua vita agonistica non potrà più essere quella di prima. Nonostante la volontà annunciata dal giocatore di tornare presto a giocare, è apparso da subito evidente che difficilmente avrebbe potuto farlo in Italia. E così, l’Inter non ha potuto far altro che prendere atto che la sua avventura a Milano era finita. Un’avventura iniziata nel gennaio 2020, con l’arrivo dal Tottenham per 27 milioni e la presentazione nella suggestiva cornice della Scala, e che nella prima parte non lo ha visto brillare, tanto che a lungo è stato inserito nella lista dei cedibili. La ‘svolta’ un anno dopo, con Eriksen che, nel nuovo ruolo di regista piazzato davanti alla difesa, guadagna a suon di ottime prestazioni sempre più spazio. E diventando una delle pedine chiave dell’Inter che vince lo scudetto. Nonché, dalla punizione segnata nel recupero al Milan in Coppa Italia, una delle figure più amate dai tifosi.
“Christian e l’Inter si prendono per mano a vicenda e vanno avanti insieme, partita dopo partita, nella costruzione del capolavoro tricolore”, si legge nell’emozionante lettera che gli ha dedicato la società nerazzurra. “Un lavoro di squadra nel quale Eriksen contribuisce con geometrie, intuizioni, giocate che facilitano la manovra, assist. E gol, pesanti”. Come a Crotone, “in quello che di fatto sarà il gol scudetto, celebrato poi a San Siro con un’altra perla su punizione (contro l’Udinese, ndr)”. “Resta quella, e resterà come un ricordo dolce e malinconico, ma bello, l’ultima immagine di Christian Eriksen su un campo da gioco con la maglia dell’Inter. Perché poi la vita riserva momenti impensabili, ti fa prendere strade che non ti aspettavi”. Anche in questa stagione, Eriksen sarebbe stato uno dei punti fermi del nuovo corso di Simone Inzaghi. Il destino ha voluto diversamente. La storia del danese in nerazzurro e in Italia si chiude, ma potrebbe continuare in altri campionati. Tra le ipotesi in ballo un ritorno in Olanda, o in Danimarca: magari con l’Odense, maglia che ha vestito nelle giovanili e con cui il centrocampista si sta allenando in questo periodo. “In bocca al lupo, Chris” non è solo la conclusione della lettera dell’Inter, ma l’augurio che gli rivolge tutto il mondo del calcio: squadre, colleghi, tifosi e appassionati.
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