L’intervista. De Magistris: “Popolo ignorato per 10 anni solo per abbatterci”

L’ex sindaco: “Hanno utilizzato le istituzioni per colpire avversari politici”

NAPOLI – Ha manifestato a Roma portandosi dietro mezzo consiglio comunale, ha chiesto soldi per ripianare le difficoltà del Comune in ogni modo, in giro per la città si vedono ancora i vecchi slogan ‘No al debito ingiusto’. L’aiuto del governo al sindaco Luigi De Magistris, però, non è mai arrivato. Con il cambio della guardia a Palazzo San Giacomo, invece, lo scenario si è ribaltato e Palazzo Chigi ha messo in campo un investimento miliardario per liberare il Comune di Napoli (e tante altre aree metropolitana) dal fardello di un debito ormai insostenibile. De Magistris, a Cronache, commenta con durezza quanto accaduto. Per lui chi interviene oggi a salvare il Municipio lo fa solo per tornaconto politico, non per amore della città. E non lo ha fatto prima solo per avversione nei confronti del sindaco e del suo ‘colore politico’.

Lei ha lasciato Palazzo San Giacomo esattamente due mesi fa: 60 giorni dopo il governo si accolla il debito di Napoli per 1,3 miliardi con un emendamento alla legge di Bilancio. Lei aveva chiesto un aiuto in questo senso per i 10 anni del suo mandato. Come se lo spiega?

Abbiamo sempre chiesto e proposto misure concrete, fattibili e giuste e ci hanno sempre sbattuto la porta in faccia. Ora accolgono in parte le nostre proposte, dicendo che sono giuste, ed alcuni parlamentari, come il Presidente di Italia Viva Rosato, ammettono che deliberatamente non lo hanno fatto nel passato perché io ero Sindaco di Napoli. Hanno utilizzato le istituzioni per colpire avversari politici.

C’è chi dice che tutto questo sia dovuto a un cambio di ‘stile istituzionale’ rispetto al suo governo, è una motivazione sufficiente?

Io sono stato uomo delle Istituzioni per 30 anni, magistrato, parlamentare europeo, Sindaco. Sempre leale e corretto. Ci hanno ostacolato per non essere noi parte del Sistema. Il riscatto di Napoli con le mani pulite e la nostra autonomia sono stati per loro un bersaglio da cercare di abbattere.

Ritiene che questo emendamento sarà sufficiente per rimettere a posto i conti e restituire servizi ai napoletani?

E’ un aiuto importante e doveroso. Da cittadino sono contento. A loro non interessa però il popolo che hanno colpito per dieci anni cercando di affondarci. A loro interessa aiutare il potere al palazzo.

Perché lei nonostante tutto ha scelto di non dichiarare il dissesto quando si è insediato? E’ un suo rimpianto?

Dichiarare il dissesto significava far fallire la città. Non pagare stipendi, licenziare, privatizzare tutto, non garantire servizi essenziali. C’era l’alternativa. Per dieci anni nonostante governi nazionali insensibili o in alcuni casi ostili abbiamo trasformato Napoli dalla città dei rifiuti al primo piano a quella prima per crescita turistico-culturale. Mettendo in sicurezza la città, senza soldi.

Come giudica l’esordio della nuova amministrazione e come, o dove, vede il suo futuro politico?

La giunta Manfredi nei primi 60 giorni non ha ancora fatto nessun atto, se non quello di aumentare stipendi al proprio ceto politico. Come per dire i soldi ci sono per noi ma non per la città. Io sto lavorando per la costruzione di un soggetto politico che aggreghi ed unisca per farci trovare pronti alle prossime elezioni politiche.

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