ROMA – Un ‘commiato’, forse il più importante, ma lontano da sentimenti di malinconia e tristezza. Sergio Mattarella si congederà dagli italiani nel suo ultimo discorso di fine anno, entrando nella casa dei suoi concittadini in punta di piedi e con il garbo e la gentilezza che ha contraddistinto il suo settennato. E non ci sarà bisogno di ribadire il suo ‘no’ al bis. Mattarella saluterà il paese e lo farà con il sorriso, soddisfatto di come il tessuto sociale ha risposto alla pandemia e incoraggiando con fermezza gli italiani ad affrontare le prove che si troveranno di fronte.
Il Covid-19 segna ancora pesantemente la vita dei cittadini, ma se la guerra contro il virus non è stata vinta, la battaglia per contrastarlo, ricorda tra le righe Mattarella, ha raggiunto risultati soddisfacenti. La guardia tuttavia deve restare alta, seguendo la via della scienza e della medicina, sempre usando la giusta dose di prudenza e rigore. “L’Italia è un grande Paese e gli italiani sono un grande popolo. Dobbiamo avere fiducia nelle nostre possibilità”, è l’incitamento che sarà rinnovato la notte di San Silvestro. Non mancherà, infatti, un passaggio sulla fiducia che la maggior parte del Paese ha riposto nei vaccini, dando alla scienza e alla medicina il giusto valore e importanza, abbandonando invece posizioni “anti -scientifiche” per il bene e in difesa della salute pubblica.
Un discorso che traccerà insomma un bilancio del settennato, ripercorrendo le tappe più importanti, i risultati ottenuti e la risposta che il paese ha dato di fronte alla crudeltà della pandemia, senza mai dimenticare la solidarietà e il sostegno a chi aveva più bisogno. E lo ha fatto non solo contro il virus, ma in occasione dei terremoti del Centro Italia che hanno fatto tremare lo Stivale o quando in una mattina di agosto il crollo del Ponte Morandi spezzò le vite di 43 persone, lasciando in ginocchio l’intera città di Genova. “Una delle caratteristiche della nostra gente si manifesta quando le condizioni sono difficili: quello è il momento in cui riusciamo a esprimere il meglio di noi. A ritrovare la fiducia smarrita”, ha scandito Mattarella davanti alle massime cariche delle istituzioni. E quella risposta sarà data anche nel nuovo anno che si appresta ad arrivare.
Unità, speranza, spirito di coesione e celebrazione di quelle persone semplici, di chi opera nel sociale, perno su cui si poggia la ripartenza dopo il dramma della pandemia. L’appello, forse il più atteso, sarà rivolto tra le righe a partiti. L’appuntamento dell’elezione del nuovo presidente rappresenta un momento di riscatto della politica che, a fronte degli insegnamenti dell’ultimo anno, deve dare dimostrazione di aver superato egoismi di parte e proiettare il lavoro comune “nell’interesse nazionale”. Un atteggiamento “costruttivo” che ha accomunato nel 2021 maggioranza e opposizione.
Il discorso sarà ‘asciutto’ come gli anni scorsi, anche se ancora è in via di definizione, sia per gli argomenti da trattare che per la lunghezza. Top secret invece la location che nei sei anni precedenti è stata sempre diversa. Nei primi discorsi Mattarella aveva abbracciato la tradizione, parlando agli italiani dalla scrivania, poi su una poltroncina all’angolo dello studio e infine lo scorso anno con alle spalle il cortile d’onore del Quirinale.
La formula stringata e senza fronzoli è stata premiata negli anni dagli italiani con un record di ascolti nel 2020 di oltre 15 milioni di spettatori davanti alla tv. Il discorso di fine anno più seguito dal 1986, segno dell’affetto che gli italiani hanno sempre dimostrato nei confronti di un presidente sempre al fianco del paese e che con il suo garbo mite è riuscito a conquistarne la fiducia. (LaPresse)