NAPOLI – La camorra resta il maggiore ‘vulnus’ della città”. Non lascia spazio a interpretazioni Alessandro Giuliano, questore di Napoli, nel corso della consueta conferenza stampa di fine anno svoltasi ieri mattina nell’aula Vadalà della caserma Nino Bixio, sede del IV Reparto Mobile della polizia di Stato. Cambiano i tempi e quindi cambiano anche i modi con cui la criminalità organizzata si manifesta sul territorio. Non deve mutare, comunque, il livello di allerta delle forze dell’ordine: “Bisogna fare attenzione quando i quartieri sono calmi – avverte Giuliano -. Quand’è così significa che ai clan le cose girano bene. E’ proprio in quei momenti che le forze di polizia devono far sentire la propria presenza sul territorio”. Si diceva dei modi con cui agiscono malavita e dintorni. “A differenza di quanto accaduto in passato in Sicilia e in Calabria, negli anni abbiamo assistito a una strana tendenza a ridurre la camorra a narrazioni ai limiti della ‘macchietta’. Non è così e, anzi, una delle moderne caratteristiche principali della criminalità organizzata napoletana è la tendenza a infiltrarsi nella pubblica amministrazione attraverso la corruzione, sfruttando imprenditori e funzionari conniventi, entrando in aziende che necessitano di liquidità facili e alterando, di fatto, la concorrenza”.
Giuliano ricorda con orgoglio l’operazione del 22 ottobre contro i clan che avevano allungato le mani sugli appalti negli ospedali. I riflettori delle forze dell’ordine sono nemici storici dei malavitosi, veri e propri paletti agli affari illeciti. Elementi da evitare. Lo dimostrano gli scenari in cui sono maturati gli omicidi nell’anno che volge al termine: “La maggior parte degli omicidi non è ascrivibile alla camorra – precisa ancora Giuliano – perché le cosche, si sa, non hanno interesse a creare allarme sociale”. Per contrastare l’illegalità, la ricetta proposta dal questore si traduce nella formula ‘logica di rete’: “Serve maggiore collaborazione tra forze di polizia e pubblica amministrazione, c’è bisogno che si parli lo stesso linguaggio. Non servono soltanto investigatori sopraffini e Volanti in strada. In generale, occorre un rapporto costante con le tante parti sane della città”. Ad ogni modo, il contrasto ai crimini passa anche per la videosorveglianza. Tra Napoli e provincia sono ancora troppi i territori sprovvisti di telecamere. Giuliano ribadisce “l’importanza e l’urgenza” di dotare quartieri e zone sensibili delle città di questo “strumento straordinario” che, laddove è presente, segna una significativa “minore delittuosità” e un elemento notevole ai fini investigativi.
Non è solo la camorra ad animare il report annuale della polizia di Stato e l’incontro di Pizzofalcone. In generale, l’anno che ci lasciamo alle spalle ha fatto registrare un incremento dell’8,6% di reati. Un dato, sottolinea lo stesso Giuliano, viziato dal ritorno alla vita (quasi) normale dopo i mesi di lockdown vissuti nel 2020. Crescono i Daspo (segnali di un lavoro “prevalentemente oscuro, ma non meno importante” della polizia di Stato), diminuiscono le rapine (2.714, calo del 6,09%) e i reati inerenti gli stupefacenti (1.360, in ribasso dell’8,54% rispetto al 2020), ma a balzare agli occhi è l’aumento considerevole di violenze sessuali: +29,53%, ben 193 casi denunciati in dodici mesi. “Un’emergenza non nuova, ma che dura da sempre – così ne parla il questore -. Ecco perché stiamo profondendo sforzi anche sul piano culturale, ad esempio attraverso campagne di sensibilizzazione nelle scuole. Molti reati di violenza in famiglia, di genere e atti persecutori non vengono alla luce per paura, altre volte per dipendenza economica della vittima rispetto all’aggressore. Credo si siano fatti passi in avanti non solo dal punto di vista legislativo, ma anche sotto il profilo della professionalità degli operatori di polizia”. Impossibile non citare l’apertura al sesto piano della Questura in via Medina di ‘Una casa per te’, la sala dedicata alle donne e ai minori vittime di violenza: “E’ il risultato della passione e dell’impegno civile che non devono appartenere soltanto alle forze dell’ordine, ma a tutti, cittadini compresi. C’è bisogno di energie positive che vanno soltanto messe a sistema. Proprio per questo mi preme sottolineare l’impegno dei singoli presidi di polizia, come i commissariati Vicaria-Mercato e Scampia. Il vero gap del passato era che la vittima non veniva messa al centro. Oggi, anche attraverso investimenti logistici, ci stiamo riuscendo”. Uno scatto, rispetto agli anni scorsi, c’è comunque stato. “Sono aumentate le denunce di aggressioni e violenze, ciò denota il superamento di alcune barriere culturali che non permettevano la percezione di questi reati. Dall’emersione degli stessi si evince che le vittime stanno avendo maggiore fiducia nelle istituzioni”. Ed è proprio sull’importanza di denunciare che si concentra il questore: “Non ci spaventa l’aumento dei reati, quel che ci interessa è venire a conoscenza di tutto ciò che accade. Noi vogliamo sapere esattamente ciò che succede, anche a costo di vedere le cifre dei reati salire. A noi interessano le vicende di cui non abbiamo conoscenza”.
Inevitabile il passaggio sul Covid. Giuliano ‘schiva’ i tackle contro le forze dell’ordine del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e ne condivide l’appello a una “maggiore attenzione verso i controlli” finalizzati a piegare la curva dell’emergenza sanitaria. “Uscire dalla pandemia è l’obiettivo di tutti e, in tal senso, i controlli sono fondamentali”. Altrettanto inevitabile è il pensiero che il questore di Napoli rivolge agli operatori di polizia caduti sul campo di battaglia: “Quest’anno abbiamo perso un collega durante un inseguimento, Gianni Vivenzio, un funzionario stroncato dal Covid e abbiamo rischiato di perderne un altro che, libero dal servizio, è intervenuto durante una rapina. A conclusione di quest’anno, non posso non rivolgere un pensiero a loro e alle loro famiglie. Sono le testimonianze dell’impegno infaticabile profuso dalla polizia di Stato al servizio dei cittadini”.