Tennis, Governo australiano su caso Djokovic: “Esenzione non è garanzia”

Il governo australiano "non ha rassicurato Novak Djokovic che l'esenzione medica che ha dichiarato di aver ottenuto per entrare in Australia senza una completa vaccinazione contro il COVID-19 sarebbe stata accettata".

MILANO – Il governo australiano “non ha rassicurato Novak Djokovic che l’esenzione medica che ha dichiarato di aver ottenuto per entrare in Australia senza una completa vaccinazione contro il COVID-19 sarebbe stata accettata”. E’ questa la tesi centrale che emerge dai documenti depositati alla Federal and Family Court dove dalle 10 del mattino del 10 gennaio ora di Melbourne, mezzanotte in Italia, inizierà la discussione sulla revoca del visto del serbo. La difesa del numero 1 del mondo – si legge su Supertennis – avrà fino a due ore per presentare le sue tesi. Poi dalle 15 ora locale, le cinque del mattino in Italia, il governo avrà lo stesso tempo per sostenere le proprie. Nelle 15 pagine depositate in tribunale, il governo contesta il principio stesso su cui si basa la difesa del serbo. Ovvero che avesse il diritto di entrare in Australia sulla base dell’esenzione garantita dai medici scelti dallo Stato di Victoria e dell’email arrivata dopo aver compilato l’Australian Travel Declaration in cui il Department of Home Affairs confermava che Djokovic avesse i requisiti legali per entrare in Australia senza quarantena. “Non esiste una garanzia di ingresso in Australia per un cittadino straniero – si legge nel documento presentato dal governo in tribunale -. Esistono dei criteri, delle condizioni per entrare nel Paese, delle ragioni per rifiutare o cancellare un visto”. Nell’email del dipartimento, inoltre, “non vi era alcuna garanzia che la cosiddetta esenzione medica sarebbe stata accettata”. Dunque, come già indicato da un ex ufficiale del dipartimento immigrazione al quotidiano The Age, la verifica dei requisiti legali rappresenta solo il primo step. All’arrivo, quei requisiti e le indicazioni fornite nella Travel Declaration possono essere sottoposte a verifica.

LaPresse

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