MILANO – “Una scelta rapida, condivisa e di centrodestra”. È questo l’obiettivo di Matteo Salvini in vista della corsa per il Quirinale. Il leader della Lega non fa il nome di Silvio Berlusconi come possibile candidato per la presidenza della Repubblica, ma chiarisce che “quello per cui lavoro è un’elezione veloce di un esponente del centrodestra dopo trent’anni. Penso che l’alternanza anche al Quirinale faccia bene”.
Parole che arrivano da Roma nel giorno in cui il Cavaliere incassa l’endorsement del segretario del Partito popolare europeo, Antonio Lopez, il quale ritiene che sia “senz’altro, e non da oggi, la più grande risorsa e massima competenza nei rapporti internazionali”. Il leader di Forza Italia ricambia: “Grazie al mio amico Antonio Lopez, segretario generale del Ppe, per le parole che ha voluto riservarmi nella sua intervista a ‘il Giornale’. Siamo la colonna portante dell’Ue, vogliamo istituzioni sempre più moderne ed efficienti, capaci di affrontare sfide difficili come il Covid”.
Dal partito azzurro arriva una pioggia di commenti che spinge sul nome di Berlusconi. Una figura forte che rischia di sparigliare le carte nel tentativo di trovare una quadra comune fra le diverse forze, visto che M5S e Pd hanno ribadito più volte che per sedersi al tavolo bisogna sgombrare il campo dalla figura dell’inquilino di Arcore.
Quella che si apre, comunque, sarà una settimana chiave in cui le tessere del puzzle potrebbero iniziare a incastrarsi. I deputati del M5S si riuniranno martedì sera per l’assemblea del gruppo alla Camera in vista dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Poi, con molta probabilità, la congiunta dei deputati e dei senatori pentastellati con il presidente del Movimento, Giuseppe Conte, sarà mercoledì sera.
Sempre per martedì è fissata la segreteria del Pd, preparatoria in vista della direzione e della congiunta di Camera e Senato dem di giovedì. E a metà settimana è atteso a Roma proprio Berlusconi anche in vista del vertice di centrodestra, che potrebbe tenersi anche prima di venerdì. Mentre si attendono i nomi dei delegati regionali, con i Consigli regionali pronti a fornire la rosa che andrà a completare la squadra dei grandi elettori.
Ad animare la corsa al Quirinale c’è anche il tema dell’arrivo a Roma dei deputati e senatori no vax, in particolare provenienti dalle isole, visto l’obbligo di super green pass da domani per i trasporti a lunga percorrenza. “So che c’è già un ricorso da parte dei parlamentari che risiedono nelle isole. Stiamo assistendo ad una deriva pericolosa avallata anche dal capo dello Stato, che firma qualunque cosa”, confida a LaPresse la senatrice del gruppo Misto, Laura Bianca Granato, ex M5S, che partirà dalla Calabria in auto per raggiungere la Capitale.
Dal canto suo, il deputato sardo di Alternativa, Pino Cabras, schierato su posizioni no vax, paventa un rischio di defezioni al momento del voto per il Colle causa coronavirus. E i numeri, si sa, in politica contano. “Vedo che ci sono molti deputati e senatori vaccinati e non vaccinati che in questo momento sono positivi al Covid. Non escludo che nei giorni della votazione – sottolinea l’ex M5S – ci possano essere anche dei numeri condizionati da questo fatto”.