ROMA – Una decisione storica che ha visto incassare una sonora sconfitta alla società Autostrade. La Corte di Appello di Roma ha condannato la società a rimuovere e distruggere tutti i tutor esistenti in quanto costituiscono una violazione di brevetto. Il sistema che serve a rilevare i veicoli che non rispettano i limiti di velocità, che viaggiano lungo lungo le strade controllate dalla società Autostrade, sarebbe stato brevettato dalla Craft, una piccola azienda di Greve in Chianti, in provincia di Firenze, che però con la sentenza non ha ottenuto un risarcimento. La causa è iniziata oltre dieci anni fa, nel 2006. I tutor esistenti sulla rete di ‘Autostrade per l’Italia’ sono stati costruiti in violazione del brevetto, pertanto la Corte d’appello di Roma ha stabilito che la società dovrà “astenersi per il futuro dal fabbricare, commercializzare e utilizzare il sistema in violazione del brevetto”. A differenza del sistema ‘Autovelox’, che rileva la velocità dei veicoli nel momento del passaggio vicino al macchinario, i Tutor funzionano in base a due punti di rilevazione, posti a decine di chilomentri di distanza, su un determinato tratto. Quando il veicolo passa nel primo punto di rilevazione la sua targa viene rilevata e inviata a un elaboratore, che calcola poi nel secondo punto se la velocità media si tiene nel limite fissato dalla legge. Se la società Autostrade non rimuoverà gli strumenti dovrà pagare 500 euro, per ogni giorno di ritardo nell’osservanza della sentenza. Autostrade per l’Italia ha commentato la sentenza dichiarando che non procederà a rimuovere i tutor, che saranno invece sostituiti con un nuovo sistema diverso da quello attuale. Inoltre ha intenzione di impugnare la sentenza presso la Corte di Cassazione.