MILANO – “È un momento di grande commozione. Ho perso un amico. L’ultima volta che ci siamo parlati è stato a Natale. Gli ho mandato un messaggio di auguri e lui immediatamente mi ha chiamato, abbiamo fatto due chiacchiere”. Così Frans Timmermans, vice presidente della Commissione europea, ricorda l’amico David Sassoli, presidente dell’Europarlamento morto a 65 anni, in un’intervista al Corriere della Sera. “Non stava molto bene ma nemmeno molto male”, racconta Timmermans.
Quando gli si chiede di raccontare la loro amicizia, il vice presidente della Commissione Ue risponde così: “Negli ultimi anni ci siamo parlati ogni settimana, ci siamo visti molto spesso. David mi invitava spesso a pranzo e discutevamo di politica, dell’Italia, un Paese che lui amava con tutto il cuore e che amo anch’io. Ci siamo confrontati su quello che sta succedendo in Europa e del compito del Parlamento europeo, della Commissione: un contatto molto intenso, due anni vicinissimi. Per lui è stato difficile nella pandemia come far operare il Parlamento. C’erano visioni diverse nell’emiciclo ma lui era un vero pontifex, era un costruttore di ponti, anche tra politici che hanno una distanza enorme sapeva trovare il modo per parlare con loro, con il suo modo di sorridere. Non ho mai visto nessuno arrabbiato con David, sapeva sempre trovare il giusto modo per far sentire l’altro a proprio agio anche se non parlava italiano: servivano 5 secondi e poi Davide aveva costruito il suo ponte. Dal quando è diventato presidente del Parlamento europeo ha operato così. Mi manca moltissimo”.
Timmermans delinea poi quella che a suo parere è l’eredità politica di Sassoli: “Lotta al cambiamento climatico e giovani erano due temi profondamente legati per David. Cominciavamo ogni pranzo, ogni caffè che abbiamo preso assieme parlando dei nostri figli, dei loro studi, degli amori. David si è impegnato per combattere la disoccupazione giovanile in Italia, in Spagna e in Grecia, colpiti da questo grave problema. I giovani erano al centro della sua attività politica. Se vogliamo onorare la sua memoria dobbiamo concentrarci sui problemi dei giovani, sulle opportunità che dobbiamo dare loro. La politica sul clima è legata a questo. Il legame con i giovani, come possiamo costruire un dialogo con loro era un impegno centrale del suo compito di presidente del Parlamento Ue”.
(LaPresse)