Aumentano i contagi: l’Italia va verso l’arancione. Una situazione che in realtà preoccupa, e non poco, i rispettivi governatori di Regione che chiedono all’esecutivo di “rivedere i parametri di classificazione dei ricoveri ospedalieri”. E in queste ore potrebbero inviare una lettera al ministero della Salute e all’Istituto superiore di sanità un cambio di rotta, ovvero di “considerare casi Covid solo i sintomatici nel conteggio dei positivi ricoverati e di escludere chi ha anche altre patologie”. Solo così si consentirebbe di ridurre il numero dei presenti nei reparti Covid e nelle terapie intensive.
La criticità
Del testo l’attuale criticità è chiaramente confermata dalla mappa del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) in cui l’Italia appare tutta in rosso, confermata anche dall’analisi del Gimbe. Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa chiede di “comunicare ogni giorno il numero dei contagiati non so quanto può essere utile, dobbiamo pensare – ha detto – ai dati degli ospedali. Anche perché se l’obiettivo è arrivare ad una situazione endemica, potremo avere anche 500mila contagi al giorno, ma il problema non è questo, sono i ricoveri in terapia intensiva”. Ma secondo il presidente della Toscana Eugenio Giani “non abbiamo bisogno di evitare l’arancione o il gioco dei colori. Noi facciamo correttamente il nostro lavoro e quindi qualsiasi finalità è la finalità della salute pubblica”.
Il tavolo
Intanto nelle prossime ore si riunirà la Cabina di Regia per esaminare gli ultimi dati avranno per permettere poi al ministro Roberto Speranza di firmare le nuove ordinanze. Intanto causa “l’enorme quantità di casi – 1,2 milioni in 7 giorni – incontrando una popolazione suscettibile troppo numerosa, sta progressivamente saturando gli ospedali e, di conseguenza, molte Regioni si avviano verso la zona arancione entro fine mese”.
I dati
Secondo i dati dell’Agenas “già da lunedì potrebbero però passare in arancione “la Calabria, che ha le intensive al 20% e i reparti ordinari al 38%, il Piemonte, rispettivamente 23% e 33%, e la Sicilia, che ha le rianimazioni al 20% e i reparti Covid al 33%”. In grosso pericolo anche: Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, provincia di Trento, Toscana e Veneto che “hanno sforato la soglia del 20% nelle intensive mentre Liguria, Umbria Lombardia, e Valle d’Aosta sono già oltre il 30% dell’occupazione nei reparti Covid”.