Quirinale, Bettini (Pd): “Proporre un patto a Draghi o verificare la sua disponibilità”

L'intervento dell'esponente dem

Goffredo Bettini (Foto Fabio Cimaglia / LaPresse)

MILANO – “A Draghi o si propone un patto o si verifica la sua disponibilità per il Quirinale”. A dirlo, in un’intervista al Corriere della Sera, è Goffredo Bettini, ‘eminenza grigia’ del Pd romano. Che su Berlusconi spiega: “Il personaggio, dato oggettivo, è profondamente divisivo. E a lungo lo è stato anche in Europa. Quindi è l’esatto contrario di ciò che ci si aspetta da un presidente della Repubblica. Purtroppo, Meloni e Salvini non hanno il coraggio di dirglielo esplicitamente. Si sono limitati a chiedergli i numeri di cui dispone, ma — in questo modo — si sono incartati. Berlusconi non dirà mai: 505 voti non ce l’ho. Continuerà invece a cercarne. Bloccando così il centrodestra fino alla terza votazione. Su Berlusconi non faccio spallucce. Dobbiamo vigilare. Perché la rappresentanza parlamentare è incerta, a decine, in tutti i partiti, sanno che non verranno rieletti, c’è un ingovernabile e gigantesco gruppo Misto. Il rischio che racimoli un po’ di voti, insomma, c’è. La pratica Berlusconi va espletata con cura”.

Dunque per il Quirinale “a mio avviso, ci sono due strade possibili. La prima: la politica prende atto che l’emergenza non è affatto finita né sul piano sanitario, né sulla messa a punto del Pnrr. Quindi ha uno scatto, va da Draghi e gli propone un patto di un anno: sarai più solido, non facciamo più i capricci dell’ultimo mese e, in Parlamento, variamo una nuova legge elettorale di stampo proporzionale…”. A quel punto per il Quirinale “occorre individuare una figura di alto profilo capace di guidare la transizione del Paese dall’uscita dell’emergenza alla ricostruzione di un sistema politico più equilibrato. A questa operazione dovrebbe collaborare soprattutto Salvini. Ha un interesse preciso. Nei consensi lui scende, la Meloni sale, Berlusconi s’è ripreso la scena: ha l’occasione di diventare il vero kingmaker”.

Conte è invece “in un momento di notevole difficoltà. Uomo leale, che apprezzo: ma più leader di governo, che capo di un partito”. Se fallisce la prima strada “la seconda è obbligata. O chiediamo a Mattarella di accettare un altro mandato. Oppure verifichiamo la disponibilità che Draghi ha lasciato intuire”.

(LaPresse)

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