ROMA – Altre 48 ore, 72 al massimo, e il centrodestra tornerà a riunirsi a Villa Grande per quello che in molti pronosticano come il vertice decisivo della coalizione riguardo alla candidatura di Silvio Berlusconi alla presidenza della Repubblica. A dettare i tempi della partita è direttamente il segretario della Lega, Matteo Salvini, precisando di essere in attesa che il Cav “faccia i suoi incontri, e i suoi conti” per verificare i numeri necessari per la salita al Colle.
L’aggiornamento del pallottoliere, però, non potrà andare troppo in là, tanto che il Capitano fissa una dead-line precisa: “Prima che si cominci a votare la settimana prossima, evidentemente”. Il nodo sulla discesa in campo del leader di Forza Italia va sciolto quindi molto prima della quarta votazione prevista a Montecitorio a metà della prossima settimana.
Lo scetticismo che si respira nella coalizione sulla reale consistenza del pacchetto a favore dell’operazione ‘Silvio for president’ è evidente. Per il leader di Coraggio Italia, Giovanni Toti, ad esempio, la candidatura del Cav “è assolutamente legittima ed è legittimo che il centrodestra possa candidare il suo fondatore, ma altra cosa è il tema della possibilità. Per il Quirinale bisogna avere anche i numeri per riuscirci”.
Numeri che Vittorio Sgarbi – ma non solo, molto attivi vengono segnalati anche i fedelissimi dell’uomo di Arcore – continua a tenere sotto controllo, rivelando che da domani ripartiranno le telefonate con Berlusconi per sondare il terreno tra i grandi elettori. In agenda ci sarebbero circa un centinaio di chiamate in uscita, “per la Camera 65 e per il Senato almeno 35”. Insomma, il traguardo appare lontano e difficilmente raggiungibile.
Intanto, in attesa del confronto in programma giovedì sull’Appia Antica, Salvini ribadisce parlando con i cronisti davanti al Senato, di essere al lavoro “per avere una scelta veloce e di alto livello”. “Non ho piani B, C e D” in alternativa a Berlusconi assicura, aggiungendo però che “la settimana prossima, quando si comincia a votare, la Lega come forza responsabile e di governo, adesso e nei prossimi anni, farà una proposta che penso potrà essere convincete, se non per tutti, per tanti”.
Parole che rimbalzano in un amen dalle parti di Forza Italia, innescando una replica che sa tanto di uno stop alle fughe in avanti del leghista: “Le dichiarazioni di Salvini sono in linea con gli impegni presi e l’accordo raggiunto alla riunione dei leader del centrodestra di venerdì scorso. Come ripetuto in più occasioni, il centrodestra affronterà l’elezione del presidente della Repubblica unito e saprà esprimere un candidato all’altezza”. “Non c’è dubbio che il profilo di Berlusconi sia quello più autorevole”, ribadiscono le fonti di FI sottolineando che “ogni tentativo di creare polemiche o contrapposizioni fittizie, utili solo agli avversari politici, sarà dunque respinto”.
L’impressione, tuttavia, è che Salvini si stia muovendo per recitare fino all’ultimo il ruolo di king maker, scenario indicato peraltro nella lettera di Denis Verdini. E a chi gli chiede della possibilità di mettere in campo una proposta buona già per la prima votazione del 24 gennaio, il Capitano risponde: “Sto lavorando a 360 gradi. Se ho visto anche Riccardo Fraccaro? Sto incontrando e ascoltando tanta gente, poi i risultati li vedremo in Aula”.
Il riferimento è all’incontro col deputato M5S, proprio poco prima del punto stampa, che sarebbe andato in scena in un palazzo nei pressi del Senato che fino a poco tempo fa ospitava l’ufficio di Giulio Tremonti. “Ovviamente sentendo sulle mie spalle la responsabilità della coalizione di centrodestra dobbiamo scegliere un presidente della Repubblica per tutti – aggiunge ancora Salvini –, però gli italiani ci hanno dato in Parlamento la maggioranza relativa dei grandi elettori quindi è chiaro che abbiamo l’onore e l’onere di fare una proposta che sia condivisa”.
Al di là della scoglio del Colle, poi, Salvini continua a vedere un governo super politico per affrontare un 2022 caratterizzato da pandemia, Pnrr e caro energia. “Ribadisco l’invito a tutti i leader di partito a metterci la faccia e a entrare in prima persona in campo – conclude –. Su alcuni temi, come immigrazione e sicurezza, anche questo governo ha ampi margini di miglioramento. Quindi penso che anche con Draghi premier, e spero che continui ad esserlo perché sarebbe una garanzia per tutti, tutti i partiti debbano mettere le energie migliori”.(LaPresse)