ROMA – Cogliere il desiderio di unità espresso dal Paese. E’ l’unica indicazione che i vescovi italiani danno al Parlamento, nel primo giorno di elezioni del Presidente della Repubblica.
La chiesa chiede un capo dello Stato che non sia divisivo, soprattutto in un momento in cui “non mancano certo le ragioni di preoccupazione per la salute pubblica, per l’economia e, più in generale, per la tenuta sociale del Paese”, osserva il presidente della Cei, Gualtiero Bassetti. Dalla sessione invernale del consiglio permanente emerge una domanda che diventa grido di sofferenza e di aiuto: “Come vivere questo tempo?”.
Bassetti torna a elogiare Sergio Mattarella, “interprete coerente e disinteressato” di quello spirito unitario che invoca la Chiesa, “limpido punto di riferimento nelle scelte che devono essere compiute alla luce della Costituzione”. E ricorda la figura di David Sassoli: “Si è sempre speso per una società più solidale e più attenta ai bisogni dei giovani e degli ultimi, sostenendo in ogni sede la necessità di abbattere muri e costruire ponti”.
I funerali di Sassoli sono stati celebrati a Roma dal cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, amico dell’ex presidente dell’Europarlamento dai tempi del liceo, ed esponente di spicco della Comunità di Sant’Egidio. Proprio nel suo fondatore, Andrea Riccardi, la comunità cattolica ripone le speranze. La candidatura è stata avanzata da Enrico Letta e si vedrà nei prossimi giorni se resterà spendibile.
Il profilo che piace ai cattolici lo disegnano le Acli e assomiglia molto, moltissimo, a quello dell’ex ministro della Cooperazione internazionale. Una persona, scrivono, con “padronanza delle questioni internazionali”, che incarni lo “spirito europeista nella sua accezione più ampia”, che abbia “contribuito in modo determinante ad abbattere muri e costruire vie della pace”.
Di Maria Elena Ribezzo