ROMA – Dopo il voto sul Quirinale “la situazione attuale è descritta come una caporetto della politica. Non sono d’accordo. Il Parlamento ha avuto una sua vitalità. Anzi, le ‘pecorelle’ si sono dimostrate assai più sagge di alcuni ‘pastori’. Sono i partiti in difficoltà. Hanno mancato un’occasione. Eppure da questo passaggio essi ne possono uscire con idee, aggregazioni, schemi nuovi. Tutto è in movimento. E tutto reca con sé grandi possibilità. La destra si è disarticolata. FI marca una sua autonomia. La direzione non è chiara. E forzature esterne sono persino dannose. Ma da quanto tempo sostengo che il campo democratico ha bisogno per vincere di una ‘gamba’ di centro moderata, europeista, innovatrice? Si è aperto un pertugio”. Lo dice in un’intervista a Repubblica il dirigente Pd Goffredo Bettini.
“Se le forze liberali ora spezzettate e senza federatore convergessero nel dare voce ad un elettorato almeno del 10% attualmente senza rappresentanza, sarebbe una svolta nella politica italiana. Non si tratta di sostituire i 5S e le altre forze dell’area di sinistra”, spiega Bettini, “ma di allargare la rete di dialogo in tutte le direzioni guardando anche al travaglio di Forza Italia. Questa è la missione del Pd, se intendo bene la strategia di Letta. Un Pd europeista, cuore propulsivo di una alleanza aperta che si costituisce anche dal basso, impegnata sullo sviluppo sostenibile e il riscatto sociale. Si possono aprire nuove speranze, siamo nel pieno di una battaglia di egemonia”.
(LaPresse)