MILANO – La nuova settimana parte con il freno a mano tirato per Piazza Affari. Il rebus inflazione rimane in primo piano con le banche centrali chiamate a una risposta decisa. A preoccupare gli investitori europei è soprattutto la prospettiva di una Bce che anticipi i tempi del primo rialzo, archiviando quindi in anticipo il Qe.
Attese che oggi hanno comportato un nuovo aumento dei rendimenti sia dei Bund che dei Btp (fino a 1,89% massimi da maggio 2020), con spread allargatosi fino a 165 punti base per poi ritracciare leggermente in scia alle dichiarazioni della Lagarde. La numero uno della Bce ha rimarcato che non c’è fretta nell’aggiustare la politica monetaria. “Qualsiasi adeguamento alla nostra politica sarà graduale”, ha detto la Lagarde intervenendo al Parlamento europeo. “Rimarremo attenti ai dati in arrivo e valuteremo attentamente le implicazioni per le prospettive di inflazione di medio termine”, ha aggiunto.
In settimana da monitorare il dato sull’inflazione Usa di gennaio, che sarà pubblicato giovedì 10 febbraio. Secondo le stime, il dato è salito del 7,2% su base annua, al ritmo più forte dal febbraio del 1982. Riscontri che potrebbero rafforzare ulteriormente le scommesse su un rialzo dei tassi di mezzo punto percentuale da parte della Fed nella riunione di marzo, che viene scontato con una probabilità del 35% circa.
Oggi l’indice Ftse Mib è andato a chiudere a -1,03% a 26.328 punti. Ha sofferto oggi Eni a -2,18%. In ripresa invece Saipem (+1,08%) dopo una mattinata in deciso calo. Venerdì la società ha nominato Alessandro Puliti come nuovo direttore generale con ampie deleghe operative. L’agenzia S&P ha tagliato il rating su Saipem a BB- da BB, a causa della fragilità operativa del gruppo e dell’aumento dei rischi finanziari. Inoltre il rating della società è stato messo in CreditWatch, con la possibilità pertanto di un ulteriore taglio se la società dovesse dare ulteriori aggiornamenti negativi.
Tra i peggiori Enel (-3,13% 6,431 euro) che ha toccato nel corso della seguta i minimi a oltre un anno e mezzo complice anche l’aumento dei rendimenti che si è fatto sentire su tutte le utility (-4,28% Hera e -3,17% Snam). Su Enel pesa anche il downgrade deciso da Fitch che venerdì sera ha annunciato la revisione del rating a lungo termine abbassandolo a “BBB+” dal precedente livello di “A-“. La modifica del rating di Enel riflette, principalmente, il previsto aumento della leva finanziaria nel medio termine.
Tra le banche si è mossa bene la sola Intesa Sanpaolo (+1,8%). A tenere banco tra gli analisti ci sono ancora le indicazioni arrivate dal nuovo business plan al 2025. Oggi Equita ha alzato il target price del 9% a 3,2 euro confermando buy giudicando il nuovo piano credibile a livello di target e basato su ipotesi prudenti.
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