Csm, Draghi vuole chiudere la riforma, ma sulla legge elettorale e porte girevoli nodi restano

Ufficio Stampa Palazzo Chigi / LaPresse - Roma, Italia in foto il Presidente del Consiglio Mario Draghi
Ufficio Stampa Palazzo Chigi / LaPresse - Roma, Italia in foto il Presidente del Consiglio Mario Draghi

ROMA – Il Governo prova a stringere sulla riforma del Csm. Mario Draghi fa il punto per oltre tre ore con la ministra della Giustizia Marta Cartabia: “Stiamo lavorando”, spiega a sera la Guardasigilli lasciando palazzo Chigi. L’intenzione, viene riferito, è quella di “chiudere presto”.

Il faccia a faccia serve ad affinare alcuni aspetti degli emendamenti che di fatto mettono nero su bianco la ‘revisione’ di quella che era la norma Bonafede. Il testo è pronto da qualche settimana, ma le tensioni dei partiti sul tema prima, e la partita Quirinale poi hanno costretto il Governo a ‘congelare’ il dossier.

Il premier, però, ora vuole riaprire i cantieri fermi, anche quelli più divisivi, ed è in questo senso che negli ultimi giorni si sono intensificati gli incontri con la titolare di via Arenula, anche se ancora non è detto che la riforma – chiesta a gran voce da Sergio Mattarella nel suo discorso di insediamento – riesca ad approdare in Consiglio dei ministri in questa settimana.

Il testo Cartabia va a modificare il meccanismo di elezione dei componenti del Csm, introducendo un sistema misto che prevede i collegi binominali con sistema maggioritario a preferenza unica, con un correttivo che premia i “migliori terzi” e l’introduzione del sorteggio per completare le liste elettorali laddove non si dovessero raggiungere le candidature necessarie (il triplo rispetto ai posti da assegnare per ogni collegio).

Le forze politiche, però, non hanno sin qui trovato una quadra. Il Pd non ha espresso particolari contrarietà alla proposta arrivata dalla Guardasigilli pur riservandosi di introdurre dei “piccoli correttivi” nel corso dell’esame parlamentare della riforma e anche i renziani hanno messo a verbale di non avere preclusioni specifiche sul sistema elettorale: “Siamo favorevoli al voto singolo trasferibile, per esempio, come indicato dalla commissione Luciani, e anche ad un sorteggio temperato”, ricorda chi segue il dossier per Iv.

Decisamente ‘freddo’ sul metodo proposto il M5S: “Non interviene in modo sufficiente per evitare che le correnti mettano in atto le loro logiche spartitorie”, spiegano i pentastellati. Continuano a insistere perché ci sia un ‘sorteggio temperato’ FI e Lega. Il Csm in carica è in scadenza a luglio – anche se potrebbe esserci una proroga – e Governo e Parlamento sono in campo per evitare che si vada a votare con le regole attuali.

Tra i nodi da sciogliere, poi, la questione delle cosiddette ‘porte girevoli’. Secondo le proposte di via Arenula non può essere più possibile esercitare in contemporanea funzioni giurisdizionali e ricoprire incarichi elettivi e politici, come invece possibile oggi e lo stop vale anche per chi – dopo aver fatto politica – vorrebbe tornare a vestire la toga.

In questo caso è il M5S a insistere, portando avanti la battaglia già prevista nella riforma Bonafede, mentre più dubbiosi sono i dem. “Con Draghi ho parlato della riforma Cartabia e anche lui sul passaggio e sul ritorno da magistratura a politica ha dei forti dubbi, quindi su questo punto ci ritroviamo”, spiega il leader del M5S Giuseppe Conte.

Non solo Csm, però. Il Governo prova a risolvere anche altre questioni messe in stand by. Giancarlo Giorgetti incontrerà domani alle 15 i rappresentati delle organizzazioni di categoria dei lavoratori balneari e la riunione – che nelle scorse settimane si è svolta al Mise – è convocata a palazzo Chigi. Mercoledì, poi, il ministro dello Sviluppo economico riunirà i gestori degli impianti sportivi e i delegati del settore automotive. Sul tavolo, in questo caso, il dossier che riguarda il costo delle bollette.(LaPresse)

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