Covid, Bonaccini: “Scritte no vax nel reggiano sono fanatismo indegno e vigliacco”

"Condivido, non è vandalismo, è molto peggio: fanatismo indegno e vigliacco".

Stefano Bonaccini (Photo Massimo Paolone/LaPresse)

REGGIO CALABRIA – “Condivido, non è vandalismo, è molto peggio: fanatismo indegno e vigliacco”. Lo ha scritto su Instagram il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, commentando le scritte no vax che sono comparse a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia. Il presidente ha, infatti, pubblicato sui suoi profili sociale le immagini delle scritte in cui si legge “Questo non è vandalismo, è lotta per i diritti”, “Il vero virus è il nazismo sanitario”, “Se non puoi dire no sei schiavo”, “Il vax uccide” e, ancora, “Il vax uccide, il nazigoverno lo sa. Nazismo sanitario = razzismo sanitario”. Il sindaco di Scandiano, Matteo Nasciuti, sul suo profilo Facebook ha dichiarato: “Ci siamo svegliati con una brutta sorpresa questa mattina a Scandiano: muri di edifici importanti, intere facciate, pavimenti, addirittura scuole e cimiteri, imbrattati con la farneticante propaganda no vax. Siamo esterrefatti da tanta idiozia che fatichiamo a credere che provenga da mano scandianese. Frasi irripetibili, addirittura all’ingresso delle scuole, dove i nostri bambini stanno riscoprendo la quotidiana relazione sociale proprio grazie al contributo dei vaccini, frasi rabbiose, ottuse, ignoranti. Cosa ho fatto? Naturalmente la denuncia ai carabinieri della tenenza scandianese, che mi hanno assicurato massima attenzione al caso. Naturalmente, già a partire dalle prossime ore, le scritte verranno rimosse a spese della collettività. Siamo consapevoli che la cittadinanza scandianese non si farà influenzare da certi messaggi, non abbiamo dubbi, ma comunque dispiace dover mettere mano a soldi pubblici, di tutti, per far sì che i luoghi imbrattati tornino alla normalità. Più volte, da questa pagina, abbiamo chiesto a chi non condivide le logiche della campagna vaccinale, in cui noi crediamo moltissimo, di farsi avanti, per discutere, per confrontarsi, per provare a costruire un rapporto che non fosse fondato sulla contrapposizione ma sul tentativo di comprensione e mediazione. Sapete quante telefonate, mail o messaggi abbiamo ricevuto? Zero! In compenso, ci svegliamo e ci troviamo la città imbrattata di messaggi irricevibili”.

LaPresse

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