MILANO – “Capisco le preoccupazioni per le conseguenze sull’economia italiana di una guerra nel cuore energetico dell’Europa. Ma la prima cosa di dovremmo preoccuparci, tutte e tutti, è che quando comincia una guerra e le armi prendono il posto delle parole ci sono persone che muoiono, che fuggono. Sono i civili, di qualunque nazionalità ed etnia, le vittime più colpite dalla tragedia della guerra. Di questo dovremmo occuparci in queste ore, di come fermare le armi e ridare spazio alle parole”. Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni.
“Occorre che l’Europa, se esiste, prenda un’iniziativa – prosegue il leader di SI – in questa direzione. La scelta di Putin di riconoscere le repubbliche autonome del Donbass è grave e sbagliata. Contribuisce all’escalation e a demolire gli accordi di Minsk più volte violati anche dal governo Ucraino. Ma nello stesso tempo occorre dire che la continua estensione della Nato verso Est rappresenta una scelta sbagliata che non va nella direzione di favorire pace e stabilità.
Serve un’Europa impegnata per la smilitarizzazione e per la pace”.
“Il Putin nazionalista che rispolvera l’ambizione imperiale della grande Russia zarista è l’amico della peggiore destra europea, di quelli come Salvini – conclude Fratoianni – che solo qualche tempo fa avrebbe scambiato, parole sue, due Mattarella per mezzo Putin.
Ma fare come se la Russia non esistesse, riproponendo fuori tempo massimo uno schema da guerra fredda rischia di tramutarsi in un drammatico errore dell’Occidente e delle sue leadership”.
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