MILANO – Tutto è bene quel che finisce bene. Ma quanta paura. Dopo un lungo viaggio in condizioni molto difficili dall’Ucraina, l’allenatore dello Shakhtar Donetsk Roberto De Zerbi e tutto il suo staff sono finalmente tornati Italia. Il tecnico bresciano i suoi collaboratori sono atterrati nel primo pomeriggio all’aeroporto di Bergamo con un volo proveniente dall’Ungheria. Con De Zerbi sono rientrati il vice Davide Possanzini, i collaboratori Michele Cavalli e Giorgio Bianchi, il dirigente Carlo Nicolini. Rimasti bloccati in un hotel di Kiev al momento dell’attacco della Russia, De Zerbi e i suoi collaboratori hanno lasciato la capitale ieri a mezzogiorno per arrivare a Lviv in treno, da lì sono arrivati a Uzgorod in minibus, quindi a Budapest in bus. In totale un viaggio di circa 28-30 ore in condizioni difficili e che ha tenuto tutti gli appassionati di calcio italiani con il fiato sospeso.
“Mi dispiace per il popolo ucraino che sta dando lezione a tutto l’Occidente di cosa vuol dire orgoglio e senso di appartanenza”, le prime parole di De Zerbi a Sky Sport appena sbarcato in Italia. “In Ucraina nessuno si aspettava un attacco di questo tipo, il campionato di calcio non è stato mai sospeso e non c’è stata l’eventualità di poterlo sospendere”, ha aggiunto. “Devo ringraziare il presidente della Uefa Ceferin, è stato determinante e si è dimostrata una grande persona all’altezza della sua responsabilità. Ringrazio anche il presidente della Figc Gravina che ha fatto molto”, ha concluso. In precedenza, De Zerbi in un videmessaggio sui social dello Shakhtar aveva detto: “Siamo contenti perché torniamo nel nostro paese ad abbracciare le nostre famiglie. Ma non saremo mai felici fin quando i nostri giocatori, i nostri amici, tutto il grande popolo orgoglioso ucraino sarà libero come noi”.
Esulta il presidente della Figc Gabriele Gravina, che si è attivato in prima persona con il numero 1 dell’Uefa Ceferin per riportare in Italia De Zerbi e il suo staff. “È la notizia che tutti aspettavamo e che ci riempie di gioia”, ha detto Gravina. “Dallo scoppio della guerra in Ucraina sono stato in costante contatto con mister De Zerbi e gli altri italiani dello Shakhtar Donetsk per rassicurarli e coordinare la loro evacuazione. Un’operazione complessa che non si sarebbe potuta realizzare senza il supporto fondamentale della Uefa, nella persona del suo presidente Ceferin, che in queste ore si è speso incondizionatamente per garantire sicurezza ai componenti della famiglia calcistica internazionale in grave pericolo a causa della guerra”, ha aggiunto. Parole di elogio anche dal membro della Fifa Evelina Christillin: “Li ho sentiti stamattina, hanno avuto grande coraggio e dignità. Altro che Schettino…”.
Quello vissuto da De Zerbi e il suo staff è stato un vero incubo, iniziato con le prime notizie dell’invasione russa. Da lì ore di paura e l’inizio delle operazioni per tentare di tornare in Italia. “Quattro giorni senza dormire e ora un viaggio del genere. Un’odissea”, ha raccontato il dirigente Nicolini a LaPresse. “Giorni segnati da emozioni incredibili e estreme. Siamo stremati e sollevati”, ha aggiunto. Tante le immagini che si porterà per sempre dentro. “Ma se devo indicarne una, le facce dei giovani brasiliani e delle loro ancora più giovani famiglie, con tutte le emozioni che hanno vissuto. Siamo rimasti con loro fino all’ultimo, uniti e responsabili”, ha detto Nicolini. L’ultimo pensiero va alla location che li ha accolti e protetti nei giorni che stanno facendo tremare il mondo: “Il personale dell’hotel Opera di Kiev. Li voglio ringraziare infinitamente”, ha concluso Nicolini.
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