MILANO – Le forze armate russe hanno intensificato gli attacchi alle zone residenziali, nel sesto giorno di conflitto in Ucraina. A Kharkiv, seconda città per dimensione del Paese, è stata colpita la piazza centrale, mentre a Kiev lo sono state la torre della tv e il memoriale dell’Olocausto, in quella che il presidente Volodymyr Zelensky ha definito una palese campagna di terrore.
‘Nessuno dimenticherà’, ha promesso dal bunker da cui guida le operazioni militari. Secondo fonti ufficiali ucraine, i morti a Kharkiv sono stati almeno 8 e quelli nella capitale 10. Kiev ha anche denunciato che una centrale di controllo tv e una sottostazione elettrica sono state colpite, interrompendo le trasmissioni.
Intanto, un convoglio di carri armati e veicoli militari russi lungo 45 chilometri avanza lentamente verso Kiev, in quella che l’Occidente teme sia una manovra per destituire il governo e installare un regime filo-Cremlino. Molti esperti militari temono anche che l’offensiva su Kharkiv mostri un cambio di tattica: la strategia russa in Cecenia e Siria era usare artiglieria e raid aerei per polverizzare le città e schiacciare la determinazione della resistenza.
Le forze russe sono entrate anche a Kherson, secondo i media di Mosca, mentre Kharkiv e Mariupol sono circondate. E l’esercito bielorusso si è unito alla guerra nella regione settentrionale di Chernihiv, secondo fonti ucraine, dopo che il leader autoritario Alexander Lukashenko aveva detto che Minsk non avrebbe preso parte al conflitto. Mosca è sempre più isolata, assediata da pesanti sanzioni e affiancata ormai da pochissimi alleati, come Cina, Bielorussia e Corea del Nord.
Nel frattempo, le forze russe attaccano anche altre città, tra cui Odessa e Mariupol. E i sottomarini nucleari di Mosca sono salpati per esercitazioni nel mare di Barents, mentre altre manovre con lanciamissili mobili sono state avviate nella Siberia orientale. Questo dopo l’ordine del presidente Vladimir Putin di porre in allerta le forze nucleari. Per il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, non è necessario per ora cambiare i livelli d’allerta delle forze nucleari degli alleati (ne dispongono Usa, Regno Unito e Francia). Una riunione straordinaria del Consiglio Nord Atlantico a livello di ministri degli Esteri Nato è fissata venerdì.
Intanto, dal suo bunker Zelensky ha anche mandato un messaggio all’omologo statunitense Joe Biden, che ha poi sentito al telefono: nel suo discorso sullo Stato dell’Unione dia un messaggio forte e ‘utile’ sull’invasione, ‘la situazione è seria, non siamo in un film’. Il bilancio globale delle vittime sinora non è chiaro: un funzionario occidentale ha parlato di 5mila soldati russi catturati o uccisi, l’Onu ha stimato almeno 136 civili uccisi.
Ieri Zelensky ha parlato di 16 bambini uccisi dalla Russia, descrivendo oggi l’attacco a Kharkiv come un crimine di guerra, ‘terrorismo di stato’. È anche intervenuto al Parlamento europeo, con un sentito discorso in cui ha aggiunto: ‘Combattiamo anche per essere membri eguali dell’Ue, stiamo dimostrando a tutti che è ciò che siamo’. Kiev ha chiesto all’Ue di aderire e il Parlamento ha dato l’ok all’impegno per concederle lo status di Paese candidato.
Washington ha frattanto proposto di espellere la Russia dal Consiglio per i diritti umani dell’Onu, mentre decine di diplomatici a varie conferenze boicottavano le sessioni per protestare contro la presenza del ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov.
Human Rights Watch ha anche documentato l’uso di bombe a grappolo negli ultimi giorni, che il Cremlino ha negato. Ma nonostante la pressione internazionale, le sanzioni, gli equipaggiamenti e armamenti inviati a Kiev, Mosca non abbassa i toni. Giorni dopo che la Russia ha sollevato lo spettro della guerra nucleare, il vice capo del Consiglio di sicurezza Dmitry Medvedev ha avvertito: quella che Parigi ha chiamato ‘guerra economica’ potrebbe trasformarsi in una ‘guerra reale’. Reale, per molte cittadine e cittadini ucraini, lo è già.
Le notti vengono trascorse in rifugi antibomba, cantine e corridoi; agli uomini di 18-60 anni è vietato lasciare il Paese, perché combattano in caso di coscrizione; donne, minori e persone anziane fuggono. L’esodo cresce rapidamente nei Paesi orientali dell’Ue: oltre 675mila persone vi si sono rifugiate e il numero non farà che crescere, prevede l’Onu.
“Di questo passo – ha detto Shabia Mantoo, portavoce dell’Alto commissariato per i rifugiati – si va verso la più grande crisi dei rifugiati in Europa in questo secolo”. Inoltre, i bombardamenti hanno danneggiato linee elettriche e condutture d’acqua, quindi centinaia di migliaia di famiglie sono senza acqua potabile”, ha rilevato l’Onu.(LaPresse/AP)