BRUXELLES – A Bruxelles lo chiamano un “accordo storico”. Quello che ha portato all’attivazione della direttiva sulla protezione temporanea per accogliere i profughi in fuga dall’Ucraina. Le persone che stanno scappando dalla guerra potranno ora ottenere i benefici della protezione temporanea per un anno, rinnovabile di un altro anno.
I profughi arrivati nell’Ue potranno svolgere un lavoro subordinato o autonomo, avere il diritto di ottenere un’abitazione adeguata e di ricevere l’aiuto necessario in termini di assistenza sociale e di cure mediche. I minori potranno accedere all’istruzione come i loro coetanei residenti nel paese di accoglienza.
Ad oggi in Europa sono arrivati quasi un milione di profughi ucraini e la loro permanenza è consentita grazie ai visti ‘turistici’ di 90 giorni, concessi perché gli ucraini hanno un passaporto biometrico in virtù di un accordo con l’Ue. Di questi quasi nessuno ha fatto richiesta di asilo per ottenere lo status di rifugiato.
Anche se la domanda per ottenere lo status di rifugiato potrà comunque essere fatta secondo la legislazione del paese ospitante e sarebbe un percorso parallelo. Dopo più di 20 anni, dunque, viene applicata per la prima volta una direttiva varata nel 2001 e pensata per i profughi del conflitto nei Balcani ma alla fine mai attuata. Si era pensato di applicarla nel 2015, con la crisi siriana, ma le diverse nazionalità che componevano quel flusso di migranti ha fatto escludere la sua attuazione. Un traguardo che nemmeno la commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson, pensava di raggiungere così rapidamente.
La Commissione aveva proposto al Consiglio Ue l’attivazione della direttiva, con tutte le modalità di applicazione da discutere, solo domenica scorsa. Poi erano emersi dei distinguo da parte di alcuni Stati che non volevano estendere la protezione temporanea ai migranti originari di paesi terzi residenti in Ucraina, tanto da far pensare a uno slittamento. Serviranno giorni per approvarla, se non una settimana, aveva pronosticano la stessa commissaria entrando al Consiglio. “Sarei sorpresa positivamente – aveva detto – se fosse approvata oggi”.
E invece anche su questo è arrivato ancora una volta dall’inizio di questa crisi un segnale tanto forte quanto inatteso di unità dell’Unione europea. Per di più su un tema che è sempre stato divisivo in Europa. Nei giorni scorsi i vertici dell’Ue avevano chiesto ai paesi confinanti con l’Ucraina di non fare discriminazioni tra i profughi in arrivo, dopo che erano stati riportati episodi discriminanti a discapito di persone originarie dai paesi terzi. In giornata 83 eurodeputati hanno scritto una lettera alla Commissione europea per chiedere “di assicurarsi che tutti i rifugiati ricevano la stessa protezione al confine ucraino, senza discriminazioni”.
Si dice soddisfatta e parla di “ottimo risultato” la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, che elogia l’approvazione della direttiva anche per gli “ucraini che risiedono in quel territorio con la possibilità per questi ultimi di avere anche un altro tipo di protezione, quello stabilito a livello nazionale”. Intanto l’Italia si prepara ad accogliere gli ucraini in fuga dalle bombe. Difficile quantificare il numero di persone che verranno nel nostro paese, ha detto la ministra. “Parlano di 7-8 milioni che usciranno dall’Ucraina, andranno nei vari paesi europei – ha affermato – ma la pressione maggiore attualmente è sui paesi che sono lì al confine”.(LaPresse)