MADDALONI – Per la Procura Salvatore D’Albenzio era il capo. In cinque però erano suoi collaboratori e di fatto vengono ritenuti i reggenti dell’organizzazione. Mario Pascarella, Ciro Piscitelli, Giovanni Esposito, Antonio Mastropietro e Luigi Mastropietro vengono indicati come stretti collaboratori di D’Albenzio. Hanno un ruolo decisivo di detenzione, occultamento, trasporto e cessione ai pusher dello stupefacente. Il loro profilo è delineato nell’ordinanza cautelare eseguita l’altro ieri dai carabinieri. Blitz che ha smantellato il gruppo che gestiva lo spaccio dello stupefacente in diversi comuni. L’ipotizzata organizzazione era poi strutturata per territorio. Per la piazza di Maddaloni i responsabili erano, per il gip, Pietro Di Bernardo, Francesco Zimbardi e Federica Minopoli. Per la piazza di spaccio di Recale invece erano Antonio D’Agostino, Pasquale D’Agostino, Antonio Minutillo, Maria Minutillo e Antonietta Rea. A D’Albenzio faceva capo l’attività di spaccio a Maddaloni, Santa Maria a Vico e Recale. Ad Antonio Cocci facevano invece capo le piazze di spaccio a Caivano, Cardito e Crispano. Paolo Iuliano invece stando a quanto emerso dalle indagini era il leader delle piazze di spaccio a Marcianise, Portico, Macerata Campania e Capodrise. Una svolta decisiva nelle indagini fu quella impressa dal controllo ai danni di Di Bernardo in via Appia a Maddaloni il 15 luglio del 2017. Di Bernardo che viaggiava a bordo della Fiat Multipla con Mario Pascarella quando si accorse che i carabinieri lo stavo per controllare, complice anche il passaggio a livello ferroviario chiuso, provò a disfarsi della droga che trasportava. Una seconda volta Di Bernardo fu controllato nel parcheggio del centro commerciale Campania. Era il 29 agosto di cinque anni fa.
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