MILANO – “Ribadisco le ragioni di un voto contrario. Ho ascoltato con grande attenzione il dibattito di questi giorni e ho provato a farmi carico, sinceramente, di quella che considero una lacerazione vera. Credo che chi fa una scelta diversa dalla mia non lo faccia a cuor leggero e sono convinto che chi oggi pensa che l’invio delle armi all’Ucraina sia non solo un dovere, ma la soluzione migliore per garantire libertà quel popolo e per garantire una soluzione a questa guerra, lo faccia in buona fede. Credo che sia, però, un drammatico errore. Ho il dovere di dirlo qui, in quest’Aula, perché credo che quello che il dibattito di questi giorni continua a confermare è lo slittamento drammatico, perfino delle parole, in una riduzione binaria assai pericolosa” Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, intervenendo nell’aula di Montecitorio sul dl Ucraina.
“La dialettica amico-nemico – prosegue l’esponente dell’opposizione di sinistra – è una dialettica pericolosa non perché ci impedisca di vedere le responsabilità, che pure, invece, dobbiamo saper indicare con chiarezza. L’aggressione russa all’Ucraina è un’aggressione in violazione di ogni norma del diritto internazionale, va condannata senza alcuna ambiguità, ma la dialettica amico-nemico rischia di rimuovere dalla scena la questione fondamentale di cui noi dovremmo occuparci in quest’Aula, di cui l’Europa dovrebbe occuparsi: qual è il ruolo dell’Europa, il ruolo che l’Europa dovrebbe costruire per arrivare il prima possibile alla fine di una guerra che produce ogni giorno una catena infinita di lutti e di tragedie sui civili inermi che vediamo ogni giorno scorrere nelle immagini dei nostri telegiornali. Come non vedere, colleghi e colleghe, l’assenza drammatica di un protagonismo dell’Europa, l’assenza di una parola, di una capacità di iniziativa. Qual è la proposta di pace dell’Europa? Qual è la proposta diplomatica? Che piano proponiamo? Che cosa diciamo sui punti che oggi quelle due delegazioni discutono, in una drammatica solitudine?”.
“E anche sulle parole, colleghi e colleghe, vi prego di fare attenzione. Definire Putin il nuovo Hitler – sottolinea Fratoianni – non è sbagliato sul piano di un esercizio retorico, dell’analisi storica; è pericoloso perché, se qualcuno dice che lì c’è Hitler, badate, la risposta è secca: se c’è Hitler, bisogna andare in guerra, tutti e tutte, contro Hitler, subito. La dimensione binaria è pericolosa perché non fa i conti con le contraddizioni che l’Ucraina, aggredita, ci mette di fronte ad ogni piè sospinto. Loro chiedono no-fly zone, jet, ed è ovvio che lo chiedano; e noi diciamo no perché c’è la guerra, e la guerra contro la Russia è guerra mondiale e nucleare”.
“Noi – sottolinea il segretario di Sinistra italiana – non siamo nella condizione di applicare le sanzioni più dure che, quelle sì, subito costringerebbero a qualche maggior difficoltà la Russia putiniana, perché dichiariamo, senza imbarazzo, che non possiamo chiudere il rubinetto del petrolio e del gas russo, perché salterebbe il nostro sistema di impresa. Ed è un problema serio, colleghi, non è che si può prendere così, alla leggera. Ma, siccome è serio, dobbiamo affrontarlo nella sua dimensione, drammaticamente problematica. Come non vedere, allora, che forse occorre correggere, prima che sia tardi, una strada che rischia di fare dell’Europa una vittima, sul piano politico della sua prospettiva. E se l’Europa scompare, anche per l’Ucraina, aggredita e offesa da una guerra di aggressione, non è una buona notizia. Pensiamo a questa dimensione del problema, nella sua drammaticità e anche nella sua complessità.
“Il mio invito al Parlamento è questo – conclude Fratoianni – l’ho detto, nel rispetto delle posizioni; per favore, senza tifoserie, senza banalizzazioni; è troppo grande la questione per permetterci di trattarla come il terreno di uno scontro superficiale e un po’ offensivo. Assumiamo questa dimensione del problema, perché c’è ancora bisogno, e ci sarà finché le bombe non smettono di cadere, ma anche dopo, di un protagonismo politico dell’Europa, che oggi ancora, purtroppo, non vediamo”.
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