ROMA – Per l’ennesima volta Christine Lagarde assicura che la Bce manterrà flessibilità nelle sue decisioni, compresa la possibilità di fare marcia indietro sui piani di riduzione degli stimoli monetari. “Tutte le nostre decisioni di politica monetaria terranno necessariamente conto delle ricadute economiche della guerre e dei dati”, ribadisce parlando alla ‘The ECB and Its Watchers XXII’ conference. Del resto l’invasione russa dell’Ucraina “ha gettato un’ombra sull’Europa. Ha messo in discussione i principi fondamentali della nostra sicurezza, basati sulla sovranità territoriale e sul rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani” e “ha rivelato la nostra vulnerabilità collettiva, nata dalla dipendenza economica da attori ostili”. Ecco perché i piani sono più che mai implementati alla flessibilità, “quando le condizioni necessarie saranno soddisfatte, potremo compiere ulteriori passi verso la normalizzazione delle politiche, ma siamo anche consapevoli dei rischi di fondo causati dalla guerra e dell’incertezza che sta creando in tutte le direzioni”. Che significa? Che la Bce pronta a utilizzare “un’ampia gamma di strumenti”e “se necessario, possiamo progettare e implementarne di nuovi per garantire la attuazione della politica monetaria mentre ci muoviamo lungo il percorso della normalizzazione delle politiche, come abbiamo dimostrato in molte occasioni in passato”. Le ultime proiezioni di base dello staff della Bce, che includono una prima valutazione dell’impatto della guerra, vedono l’inflazione, in media, al 5,1% quest’anno ma nello scenario peggiore potrebbe superare il 7% nel 2022: in questo caso, la politica economica dell’Eurotower sarà aggiornata tempestivamente, assicura Lagarde, “abbiamo deciso deve essere governata da tre principi: facoltatività, gradualità e flessibilità”.
Sui rischi della guerra si è espresso oggi anche il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco: mentre siamo ancora di fronte alla complessità della graduale eliminazione delle politiche attuate durante la pandemia, nuovi rischi hanno preso drammaticamente il centro della scena. L’invasione russa dell’Ucraina ha cambiato lo scenario macroeconomico quasi da un giorno all’altro”, commenta il numero uno di palazzo Koch, spiegando che nella situazione attuale, anche la stabilità finanziaria è esposta a rischi significativi, derivanti da potenziali interruzioni dell’approvvigionamento energetico e dalla loro conseguenze per l’economia reale e gli intermediari, nonché dalle dislocazioni in mercati finanziari”.
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