ROMA – “L’indivisibilità della condizione umana ci deve spingere oggi, con fermezza, insieme agli altri paesi che condividono i valori democratici, ad arginare e a battere le ragioni della guerra aperta dalla Federazione Russa al centro dell’Europa”. Nel 161esimo anniversario dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera italiana, Sergio Mattarella lancia un monito durissimo contro l’invasione di Vladimir Putin e richiama a riflettere “sull’importanza della libertà, della democrazia, sul valore dei diritti dell’uomo, primo dei quali è il diritto a vivere in pace”.
Una “storia lunga e travagliata”, ricorda il capo dello Stato, quella del nostro Paese che ha lottato, per poi realizzare, “ideali di indipendenza, libertà, democrazia”. Una storia che oggi si ripete nelle terre di Ucraina, martoriate da bombardamenti e atrocità con l’unico scopo di sottomettere il popolo blu-giallo. Tutti, rimarca l’inquilino del Colle, “siamo chiamati alla solidarietà e all’aiuto nei confronti delle popolazioni terribilmente colpite, e all’impegno perché si fermino i combattimenti, si ritirino le forze di occupazione e venga ripristinato il diritto internazionale”, è l’auspicio.
Mattarella, dunque, torna ad intervenire sulla guerra, nel giorno in cui la mediazione tra Ucraina e Russia subisce l’ennesimo stop e all’indomani del terribile attacco russo al teatro di Mariupol. La diplomazia cerca ogni canale utile per evitare che il conflitto assuma proporzioni mondiali, ma la fotografia scattata dal premier, Mario Draghi, è impietosa: “Tutti cerchiamo la pace ma purtroppo il presidente Putin non vuole la pace”, tuttavia, la “pace che va cercata a ogni costo”.
“Il canale di diplomazia tra Usa e Cina si sta costruendo e non ci sono sviluppi prevedibili – spiega il titolare di palazzo Chigi – Discorsi su miglioramenti e progressi nei colloqui sono stati smentiti questa mattina dalla stessa federazione russa. Usa e Cina sono credibili e se c’è un sentiero diplomatico da percorrere è quello”. L’Italia insomma non intende fare passi indietro, assicura Draghi: “Il governo è convinto che le sanzioni contro la Russia siano appropriate e che possano esser rafforzate se necessario”.
L’Ucraina, insomma, deve restare libera e scegliere il proprio destino. E in questa ottica di condivisione, a difesa dell’indipendenza e dei diritti civili, il premier Volodymyr Zelensky sarà ospitato a Camere riunite – anche se non in seduta comune formale – e in videocollegamento a Montecitorio il prossimo 22 marzo alle 11. In questa occasione Draghi ha già annunciato il suo intervento, alla vigilia del Consiglio Europeo e del vertice della Nato, durante il quale il presidente americano, Joe Biden, si confronterà con gli alleati. La soluzione, tuttavia, resta ancora lontana.