MILANO – La Procura di Milano davanti al gup Chiara Valori ha insistito sulla richiesta di rinvio a giudizio per il governatore di Regione Lombardia Attilio Fontana per il caso camici. Fontana deve rispondere di frode in pubbliche forniture L’inchiesta ruota attorno all’affidamento di una fornitura di circa mezzo milione di euro di 75mila camici e altri dispositivi sanitari prodotti dall’azienda del cognato di Fontana, Andrea Dini. Oltre a Fontana, i pm Carlo Scalas e Paolo Filippini hanno ribadito la richiesta di rinvio a giudizio anche per il cognato Andrea Dini e per l’ex direttore generale di Aria, Filippo Bongiovanni, una dirigente della stessa società e il vicesegretario generale del Pirellone, Pier Attilio Superti e per Carmen Schweigl, in qualità di direttrice acquisti di Aria.
La chiusura delle indagini per il caso camici risale a fine luglio. Dalla ricostruzione della Procura, la fornitura di 75 mila camici, stipulata da Aria Spa, centrale acquisti di Regione Lombardia, con la Dama spa, azienda del cognato di Fontana, Andrea Dini, sarebbe stata trasformata in donazione quando della vicenda sono venute a conoscenza alcune testate giornalistiche.
Solo 50mila camici sarebbero stati consegnati a Regione Lombardia, mentre Dama Spa, per i pm, avrebbe cercato di rivendere ad altri acquirenti circa 25mila pezzi e altri Dpi. Nella prossima udienza, fissata al 29 aprile, la parola passerà alle difese di Fontana e degli altri 4 imputati e per il 13 maggio è attesa la decisione del gup Chiara Valori sul rinvio a giudizio.
(LaPresse)