ROMA – La relazione fra Mosca e Washington è “sull’orlo della rottura”. Le durissime parole di Joe Biden su Vladimir Putin, definito un criminale di guerra, come prevedibile non sono passate sotto silenzio al Cremlino. Mosca ha convocato l’ambasciatore americano John Sullivan per consegnarli una nota di protesta ufficiale. Secondo i russi le parole pronunciate dal capo della Casa Bianca sono “indegne di uno statista di così alto rango”.
Intanto Biden si prepara a sbarcare in Europa. Il presidente Usa ha tenuto una telefonata di un’ora con Mario Draghi, Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Boris Johnson in preparazione del vertice Nato di giovedì prossimo e della sua partecipazione al prossimo Consiglio europeo. Nel colloquio i leader hanno riaffermato “l’importanza della unità di intenti e di azione dimostrata di fronte alla guerra in Ucraina e alle sue ripercussioni”. Allo stesso tempo è stato condiviso l’impegno a “coordinare gli sforzi” di fronte alla crisi umanitaria.
In Russia prosegue invece la stretta su tutte le fonti di informazione che non possano essere tenute strettamente sotto controllo. Il tribunale di Mosca infatti ha riconosciuto le attività dei social network Instagram e Facebook, di proprietà di Meta Platforms, come estremiste e le ha bandite con effetto immediato.
Dal punto di vista diplomatico non si registrano passi in avanti nei colloqui fra Mosca e Kiev, che continuano serrati in modalità online. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha fatto sapere che “non ci sono progressi significativi” mentre dal lato ucraino il presidente Volodymyr Zelensky ha ribadito che Kiev “non può accettare gli ultimatum della Federazione russa”. Per quanto riguarda un eventuale accordo futuro, secondo il presidente ucraino dovrebbe “essere sottoposto a referendum”.
Intanto sul campo la battaglia continua praticamente senza sosta. Mosca puntualizza che “proseguirà” nell’utilizzo dei missili ipersonici Kinzhal e in molte città ucraine le sirene continuano a suonare frequentemente. La più martoriata resta Mariupol dove, secondo testimonianze raccolte dall’Associated Press, ormai il 90% degli edifici è stato raso al suolo. I morti fra i civili, secondo fonti ucraine, sarebbero oltre 3mila con molti cadaveri sepolti nelle fosse comuni o lasciati per strada.
A Kiev un attacco contro un centro commerciale, che a dire dei i russi sarebbe stato una base di appoggio per missili ucraini, ha provocato almeno 8 vittime mentre nella città di Kherson una manifestazione pacifica della popolazione è stata dispersa dai soldati di Mosca a colpi di arma da fuoco. La storia più straziante arriva però da Kharkiv dove un uomo di 96 anni Boris Romantchenko è morto a causa di una bombardamento che ha colpito l’appartamento dove viveva. L’anziano era sopravvissuto al campo di concentramento di Buchenwald.(LaPresse)