KIEV – Ieri primo dei due incontri Nato a Bruxelles, dove i leader dei trenta Paesi si sono riuniti per discutere del rafforzamento dei meccanismi di difesa in caso di attacco nucleare da parte di Mosca. Il presidente americano Joe Biden, presente per prendere parte anche ai vertici dei G7 e di Ue ha sottolineato che “risponderemo all’uso di armi chimiche da parte di Mosca, la Nato risponderà”, mentre l’Assemblea Generale dell’Onu ha chiesto “l’immediata cessazione delle ostilità da parte della Russia” con cinque Paesi che hanno votato contro: oltre alla Russia, anche la Siria, la Bielorussia, l’Eritrea e la Corea del Nord, mentre si è astenuta la Cina. E durante l’incontro è stato deciso “l’invio di quattro gruppi di combattimento in Bulgaria, Romania, Slovacchia e Ungheria”. Oggi si replica.
Bombe nella notte
E il capo dell’amministrazione civile e militare di Lugansk, Serhiy Haidai ha dichiarato che “gli occupanti hanno sparato tutta la notte. Due guardie di frontiera sono rimaste uccise con i corpi delle due vittime trovati per strada a Rubizhne”. Hadai ha poi aggiunto: “a causa dei continui bombardamenti, i soccorritori non hanno potuto spegnere gli incendi causati dai bombardamenti” e che “la linea del fronte è rimasta invariata” ma “le città restano tuttavia sotto bandiera ucraina”. Colpite dal fuoco nemico anche altri centri abitati come: Creminna, Novodruzhesk, Lysychansk, Popasna, Severodonetsk e Rubezhnoye.
Ue in ritardo
Pur nel ringraziare l’Ue per l’impegno mostrato, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha voluto sottolineare che “l’Europa si è mossa un pò troppo tardi per fermare l’invasione russa, perché non ha sanzionato prima Mosca e non ha bloccato prima il gasdotto Nord Stream 2. Avete applicato sanzioni, vi siamo grati – ha aggiunto – Questi sono passi importanti, ma è stato tardi. c’era una possibilità che se fossero state varate sanzioni preventive, nel senso che forse la Russia non sarebbe entrata in guerra”.