Bruxelles, 6 apr. (LaPresse) – Gli ambasciatori presso l’Ue hanno approvato oggi una proposta che consente agli Stati membri l’accesso immediato a maggiori finanziamenti iniziali a titolo di React-Eu (assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d’Europa) e rende più semplice soddisfare le necessità di base dei rifugiati provenienti dall’Ucraina e fornire loro sostegno. Quest’anno sarà erogato un totale di 3,5 miliardi di euro come aumento del prefinanziamento iniziale a titolo di React-Eu, uno dei principali programmi post-pandemia volto a rafforzare i fondi della politica di coesione e il Fondo di aiuti europei agli indigenti.
La proposta introduce inoltre l’opzione di un costo unitario per persona, il che facilita e velocizza l’attuazione dei fondi. In particolare, il costo unitario faciliterà il finanziamento delle necessità di base e del sostegno alle persone provenienti dall’Ucraina che ricevono protezione temporanea dall’Ue o un’altra protezione adeguata prevista dal diritto nazionale. Tale costo unitario è pari a 40 euro per settimana e può essere utilizzato per la durata massima di 13 settimane a partire dalla data di arrivo della persona interessata nell’Unione europea.
La quota più elevata sarà versata agli Stati membri che registrano un maggior numero di arrivi, sia come paesi di transito che come paesi di destinazione finale. La proposta consente di ridurre l’onere sui bilanci pubblici degli Stati membri affinché possano gestire l’afflusso di rifugiati provenienti dall’Ucraina. A tal fine, il prefinanziamento della quota per il 2021 a titolo di React-Eu sarà aumentato dall’11% al 15% per tutti gli Stati membri e al 45% per i paesi dell’Ue in cui l’afflusso di rifugiati dall’Ucraina superava l’1% della rispettiva popolazione alla fine del primo mese successivo all’invasione russa. I paesi che riceveranno un prefinanziamento del 45% sono l’Ungheria, la Polonia, la Romania e la Slovacchia, che hanno frontiere comuni con l’Ucraina, nonché l’Austria, la Bulgaria, la Cechia, l’Estonia e la Lituania, che al 23 marzo 2022 avevano accolto un numero di sfollati superiore all’1% della rispettiva popolazione.