BOLOGNA – Ergastolo con un anno di isolamento diurno per l’ex Avanguardia Nazionale, Paolo Bellini, per concorso in strage. Sei anni per l’ex capitano dei carabinieri, Piergiorgio Segatel, quattro anni a Domenico Catracchia con l’accusa di aver fornito false dichiarazioni ai pm con l’obiettivo di sviare le indagini. È il giorno delle sentenze nel processo ai mandanti alla strage di Bologna e dopo circa tre ore di camera di consiglio, la decisione dei giudici della Corte d’Assise di Bologna mette il sigillo sul processo di primo grado dopo ben 76 udienze.
Piena soddisfazione per quanto deciso da parte dell’associazione dei parenti delle vittime della Strage, rappresentata da Paolo Bolognesi, che ha definito la sentenza come “una che farà scuola” perché “il materiale emerso in fase istruttoria può riaprire tanti altri processi che, invece, si sono chiusi molto male”. Ma, come ha dichiarato a LaPresse, non si può ancora dire che sia stata fatta completamente giustizia: “Aspettiamo il processo di appello e poi la Cassazione. Ci auguriamo che, però, in entrambi i casi non ci siano più rinvii e depistaggi e che i processi si svolgano senza intoppi”. Fondamentale per l’apertura di questo procedimento legale è stato proprio l’impegno dell’associazione di Bolognesi che, grazie all’opera di digitalizzazione degli atti e al proprio impegno istituzionale, ha permesso di raccogliere elementi utili per riaprire un processo dopo 40 anni. Ed è proprio a loro che va il ringraziamento del presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che ha sottolineato quanto le condanne di oggi siano dovute “alla tenacia dei parenti delle vittime, al lavoro dell’associazione, oltre che a quello degli inquirenti”.
Il governatore, insieme alla sua vice Elly Schlein, riconosce anche la portata storica di quanto accaduto oggi: “L’atto di giustizia – dicono – colma un vuoto aperto in questi anni da gravissimi depistaggi e lenisce una ferita, senza che ovviamente possa cessare il dolore di fronte a ciò che successe”. Dello stesso avviso anche il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, presente in aula durante la lettura della verdetto: “Siamo con le lacrime agli occhi – ha detto all’uscita del Tribunale ai cronisti – per questa sentenza che fissa un punto della storia del nostro Paese. Quello che questa condanna sancisce, rappresenta un baratro dell’umanità che ha toccato la storia politica italiana”. Il quadro delineato durante le varie udienze è quello della destra eversiva e stragista, delle coperture degli apparati deviati dei servizi segreti e delle responsabilità della Loggia P2.
“Quando parlavo di mandanti dai palchi – conclude Bolognesi, parlando a LaPresse – mi davano del matto. Invece è venuto fuori che già dal ’79 c’erano movimenti di denaro per preparare la Strage, a cui si aggiunge l’affiliazione alla P2 di tutti i vertici del Sisde. La figura di Bellini è emblematica: protetto dai servizi, intrecciato con gli ambienti dell’estrema destra e killer a pagamento”. Adesso, con la prospettiva dell’appello, il lavoro dell’associazione non si ferma: “Proseguiremo – ha ricordato Bolognesi – con la digitalizzazione e cercheremo di ricostruire i tasselli ancora fuori posto, come quelli riguardanti gli intrecci con la politica”.
di Albachiara Re