S. CIPRIANO D’AVERSA – Allevatore di bufale, amministratore comunale, imprenditore del ‘Terzo settore’: già così quello di Orlando Diana è sicuramente un profilo complesso. E a renderlo ancor più denso ci pensano le sue parentele pesanti (dirette e indirette) e le frequentazioni con personaggi ritenuti dagli investigatori vicini alla criminalità organizzata. Negli anni, però, facendo dell’understatement il proprio principio di vita, è riuscito a rendersi poco ingombrante. Apparire lo stretto necessario, tenersi lontano da tutto ciò che fa rumore: sono le linee guida che quasi ossessivamente ha seguito e che gli hanno permesso di restare per tantissimo tempo lontano dai guai. Ci è riuscito, però, fino a quando i suoi recenti business hanno incrociato l’indagine, ancora in corso, della Squadra mobile di Caserta.
I poliziotti, coordinati dai pm Simona Belluccio, Antonello Ardituro e Vincenzo Ranieri, hanno acceso i riflettori sugli affari delle cooperative sociali in provincia di Caserta. E sotto le luci della Dda, Diana, cugino di Ciccio ‘a benzina, al secolo Francesco Zagaria (scomparso nel 2011), cognato e ‘delegato’ ai rapporti con i politici del capoclan Michele Zagaria, è stato identificato come il businessman che avrebbe permesso al clan dei Casalesi di distendere i suoi tentacoli sul Terzo settore. Accusa pesante, tutta ancora da dimostrare.
E mentre gli agenti continuano a lavorare alla loro tesi, è emersa pure la folta rete di relazioni di Diana, che abbraccerebbe personaggi considerati connessi alla criminalità organizzata.
La Squadra mobile ha registrato numerosissimi suoi contatti con Romano Cuono di Acerra. I poliziotti hanno chiarito che tra i due non sono stati annotati episodi penalmente rilevanti, ma tutte le conversazioni telefoniche intercorse sono state finalizzate a concordare incontri de visu, svoltisi quasi sempre all’interno di una proprietà di Romano in una zona isolata di Acerra. Cosa si siano detti in tali circostanze non è noto perché non ne hanno mai fatto riferimento in conversazioni telefoniche. Cuono, inoltre, è zio di Agostino Sena, dipendente della coop Il Volo.
Nel tessuto di frequentazioni di Diana c’è pure Paolo Iorio. Anche con lui nessun contatto telefonico, se non uno squillo per annunciare l’arrivo all’esterno del campo sportivo di Casal di Principe. Era il 17 settembre 2020 e nello slargo antistante la struttura si videro i due, Salvatore Iorio, fratello di Paolo, e un 51enne di San Cipriano d’Aversa pregiudicato per emissioni di assegni a vuoto e falso.
I Iorio sono figli dell’imprenditore Gaetano. Quest’ultimo con Salvatore e l’altro figlio Tullio furono destinatari di un provvedimento di sequestro per beni di circa 20 milioni di euro perché per la Dda vicini alla mafia dei Casalesi. Nel 2014 però vennero assolti dall’accusa di aver agevolato la fazione Schiavone e rientrarono in possesso di tutte le loro proprietà. I Iorio, Cuono e Sena non sono coinvolti nell’indagine sulle cooperative sociali e sono innocenti fino a prova contraria.