ROMA – “Putin disperato potrebbe usare armi atomiche”. Il monito parte direttamente dalla Cia, per bocca del suo stesso direttore, William Joseph Burns in un suo intervento ad Atlanta “viste le battute d’arresto che hanno affrontato militarmente finora nessuno di noi può prendere alla leggera – ha spiegato – la minaccia del potenziale uso di armi nucleari tattiche o a bassa resa. Ovviamente siamo molto preoccupati. E so che il presidente Biden è profondamente preoccupato di evitare una terza guerra mondiale, di evitare la soglia in cui un conflitto nucleare diventa possibile.
Il cambio di strategia
E con l’affondamento dell’incrociatore missilistico Moskova che fa il paio con la perdita della nave d’assalto Saratov al porto occupato di Berdyansk, secondo l’Intelligence britannica “la Russia rivedrà la sua posizione nel Mar Nero” in quanto la grande nave da guerra Moskova aveva un “ruolo chiave di comando e nodo di difesa”. Per Oleg Zhdanov, ex alto ufficiale prima dell’esercito sovietico, quindi ucraino il siuccesso è stato rilevante, “colpire con due missili Neptune e sostanzialmente mettere fuori gioco l’incrociatore lanciamissili Moskva, la nave ammiraglia della flotta russa del Mar Nero, significa danneggiare fortemente la marina militare di Putin e l’intero apparato d’attacco contro l’Ucraina”
L’Armenia paga in rubli
Il ministro dell’economia, Vagan Kerobyan ha spiegato che il suo Paese ha “bisogno di muoverci verso le valute nazionali. Per quanto ne so, gli ultimi pagamenti erano in rubli, ma al tasso appropriato”, chiarendo poi che “il prezzo sarà in dollari, ma il pagamento sarà effettuato in rubli”.
Zelensky: dura resistenza
Il presidente ucraino, Volodyimyr Zelensky ha sottolineato che “abbiamo già resistito 50 giorni: 50 giorni di invasione russa, anche se gli occupanti ci avevano dato un massimo di cinque. Cinquanta giorni della nostra difesa sono un risultato. Un risultato di milioni di ucraini”. E ha poi aggiunto: “Durante i 50 giorni di questa guerra, l’Ucraina è diventata un eroe per tutto il mondo libero. Per coloro che hanno il coraggio di chiamare le cose con il loro nome. Per coloro che non sono avvelenati dalla propaganda”.
La pioggia ‘amica-nemica’
Intanto in queste ora sull’Ucraina sta imperversando un importante nubifragio, con i carri armati russi che non possono lasciare le strade. “La terra nera, la terra che ne fa dell’Ucraina il granaio d’Europa, terra grassa, fertile, dove l’aratro affonda gentile, entra in guerra a favore di Kiev. È già stato così con l’armata napoleonica e poi quella nazista. Il mare di fango allora giocò a favore dei grandi russi moscoviti. Ora lavora per gli ucraini, non più piccoli russi. Il cordone ombelicale tra Kiev e Mosca è stato tagliato. La crudeltà e l’inutilità di questa guerra ha fatto da forbice. Piove, e l’Ucraina esulta”. E secondo un alto rappresentante del Pentagono “il fatto che i convogli russi non potranno uscire dalle strade battute li renderà vulnerabili agli attacchi ucraini, con sistemi come i Javelin o gli NLaw. Il meteo sarà sicuramente un fattore, in questa guerra”.