TRENTO – Corruzione, falso ideologico e accesso abusivo ai sistemi informatici dell’azienda sanitaria: sono i capi d’imputazione contenuti nei 42 avvisi di garanzia che i carabinieri del comando provinciale di Trento hanno notificato ad altrettanti ‘insospettabili’ che avrebbero pagato da 50 a mille euro pur di non vaccinarsi e ottenere green pass falsi. Gli inquirenti hanno anche sequestrato 50 certificati verdi rafforzati. Salgono così a 86 gli indagati della maxi indagine portata avanti da carabinieri e procura sulla presunta ‘tamponopoli’ messa in piedi a Pergine Valsugana e a Trento da un infermiere, la moglie e 3 collaboratori. Spulciando computer, telefonini e registro dei pagamenti gli inquirenti, coordinati dai pm Davide Ognibene e Giovanni Benelli hanno via via chiuso il cerchio mettendo tutto nero su bianco. Tra i ‘furbetti’ del green pass professori, medici, impiegati, perfino qualche divisa del Trentino, dell’Alto Adige e del Piemonte.
(LaPresse)