La Russia a un passo dal default economico

(Sergei Guneyev/Sputnik Pool Photo via AP)

ROMA – E dopo cinquantacinque giorni di guerra, ora la Russia rischia il default. La causa è nelle sanzioni imposte a Mosca che mirano a indebolire l’economia russa fino al default che metterebbe di conseguenza in ginocchio l’intero Paese. Un pericolo finora scongiurato grazie ad una adeguata strategia messa in atto dalla governatrice della Banca centrale, Elvira Nabiullina. Ma ci si chiede fino a quando, visto che le risorse a disposizione, non più di 50miliardi di riserve utilizzabili stanno per finire. 

La recessione

La restrizione imposta finora al governo russo avrebbero dovuto impedire di sostenere la quotazione del rublo. La conseguenza sarebbe quella di una inevitabile stagflazione con prezzi in aumento e una conseguenziale brusca recessione.

I dati

Dopo il crollo sui mercati dovuto all’inizio della guerra, la moneta russa, il rublo, sembra aver recuperato rimbalzando su valori migliori. Questi i dati del cambio rublo-dollari: “23 febbraio, 83,82 (dollari); 9 marzo, lo sprofondo a quota 138,73; poi la risalita fino a 81,12 dollari di ieri 18 aprile”. Secondo tali numeri “l’obiettivo di ridurre in carta straccia la moneta russa non è stato raggiunto”. L’intervento di Nabiullina ha permesso: un incremento del tasso di interesse di riferimento fino al 20%; ha imposto alle grandi società di esportazione come Gazprom, Rosneft, Lukoil, la conversione in moneta locale l’80% degli incassi in valuta straniera. Inoltre Mosca è riuscita a movimentare una quota delle sue riserve monetarie: “dai 643, 2 miliardi di dollari del 25 febbraio 2022” ai “604,4 miliardi del 25 marzo”.

Il default evitato

Il default è stato finora evitato anche grazie ai ricavi, mai interrotti, dell’export di gas e petrolio che si agirano sui 40 miliardi di dollari, ovvero in media quasi un miliardo al giorno, fino al 25 marzo. Per cui la Russia ha avuto a disposizione una buona parte di liquidità intorno agli “80 miliardi di dollari per finanziare la guerra e attutire il colpo più insidioso delle sanzioni”.

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