Guerra, da maggio stop al gas russo. Johson: Putin un coccodrillo

Impianto di gas (AP Photo/Michael Sohn, File)

ROMA – “A maggio stop al gas russo”. Lo ha detto Stefano Besseghini, presidente della Arera – Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, secondo il quale “in caso di mancati nuovi accordi il nostro Paese cadrebbe in una pericolosa emergenza”. Che ha poi aggiunto: “In questo caso il rischio di non riempire completamente gli stoccaggi potrebbe esserci. Bisogna vedere quello che riusciamo a recuperare dagli accordi che l’Italia ha già stretto e da quelli che si sta cercando di concludere. Di solito sono questi gli interventi. Dipende naturalmente dalla profondità del fenomeno e da quanto tempo potrebbe esserci tra il momento del distacco dalla Russia e l’inizio del periodo invernale. In quel caso entreremmo quasi certamente in uno scenario di emergenza, quindi scatterebbe un protocollo che prevede dei distacchi di carico e delle prevalenze fra le utenze. I dettagli sono riservati, ma si vedrà”. 

Putin coccodrillo

E durante il suo viaggio in India per incontrare la pari grado Narendra Modi finalizzato a rafforzare i legami tra i due Paesi e per convincere a sostenere l’alleanza occidentale contro la Russia, Boris Johnson si è lasciato andare ad un paragone non proprio distensivo nei confronti di  Mosca: “Trattare con Putin – ha detto – è come provare a parlare con un coccodrillo mentre ha la tua gamba tra le sue fauci”
L’esodo da MariupolIn queste ore si è materializzato un ulteriore esodo da Mariupol. Sono quattro i pullman con i civili a bordo che ieri hanno lasciato la città. Previsto per le 14 ora locale di oggi (le 13 italiane) un ulteriore esodo. Secondo il sindaco della citta ucraina ci sono ancora civili “intrappolati sotto bombardamenti che non cessano, da settimane, di colpire qualunque obiettivo, non solo militare. A migliaia restano ancora lì, nell’inferno sulla Terra”

L’avanzata

Secondo le notizie fornite dall’intelligence e del Ministero della difesa britannici “i russi avanzano verso Kramatorsk”, con l’occupazione “nel Donbass che prende forma grazie ad importanti attacchi missilistici”. Intanto si fa largo l’ipotesi che “la Russia probabilmente desidera dimostrare successi significativi prima delle celebrazioni annuali del 9 maggio, giorno della vittoria nella Seconda guerra mondiale. E questo potrebbe influenzare la rapidità e la forza con cui tentano di condurre operazioni in vista di questa data”.

La posizione della Cina

La Cina continua a non condannare l’aggressione russa in Ucraina. Ieri ha parlato il leader Xi Jinping che ha proposto un nuovo approccio per la «promozione della sicurezza nel mondo che rispetti la sovranità di tutti gli Stati e il percorso di sviluppo che ognuno sceglie. Rispettiamo la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i paesi – ha continuato – aderiamo alla non interferenza negli affari interni degli altri e rispettiamo ugualmente il percorso di sviluppo che ciascuno sceglie. Pechino si oppone a mentalità tipiche della guerra fredda, unilateralismo e scontro di blocco. Prendiamo molto sul serio le legittime preoccupazioni in materia di sicurezza di tutti i Paesi e cerchiamo un’architettura di sicurezza equilibrata, efficace e sostenibile ottenuta non a spese degli altri, evitando accuratamente di definire invasione quella compiuta da Mosca e ribadendo che le divergenze e le controversie devono essere risolte attraverso il dialogo, che la Cina sostiene tutti gli sforzi che portano a una soluzione pacifica delle crisi. Pechino – ha concluso – si oppone all’imposizione di sanzioni unilaterali”.

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