ROMA – A Strasburgo il 3 maggio, davanti alla Plenaria del Parlamento Ue, a Washington una settimana dopo per incontrare Joe Biden. Mario Draghi, dopo il tampone negativo al Covid torna a palazzo Chigi e riempie la sua agenda internazionale, con l’obiettivo di volare a Kiev per un faccia a faccia con Volodymyr Zelensky. I due si sentono al telefono e il premier ribadisce la linea: l’Italia lavora “a una soluzione duratura” della crisi e forte è il sostegno di Roma a Kiev e la volontà di aiutare la ‘resistenza’ sul territorio.
Il presidente ucraino rivolge all’inquilino di palazzo Chigi “un grazie speciale” per aver dato accoglienza a oltre 100.000 ucraini costretti a lasciare le loro case, per il coinvolgimento di Roma nelle indagini sui crimini contro l’umanità commessi dalla Russia e per il sostegno al rafforzamento delle sanzioni “contro l’aggressore”. Zelensky parla di “progressi” nel contrasto all’invasione di Mosca e chiede un “coinvolgimento dell’Italia nei futuri accordi di sicurezza”.
I due parlano anche del viaggio a Kiev del presidente del Consiglio e concordano di risentirsi, anche con i rispettivi staff, per definire e organizzare la missione, che comunque non dovrebbe avvenire insieme a quella che vedrebbe insieme nella capitale ucraina Emmanuel Macron e Olaf Scholz, che invece si inserirebbe in un’iniziativa delle due presidenze, dell’Ue e del G7. Draghi potrebbe invece partire dopo Strasburgo e prima della visita istituzionale a Washington, anche se non c’è ancora una data definita.
Il viaggio negli Usa, oltre a “riaffermare la storica amicizia e il forte partenariato tra i due Paesi”, servirà al premier per rafforzare ancora di più “il coordinamento con gli Alleati sulle misure a sostegno del popolo ucraino e di contrasto all’aggressione ingiustificata della Russia” e riaffermare “la solidità del legame transatlantico”. Sul tavolo ci saranno le principali sfide globali, dalla sicurezza energetica al contrasto ai cambiamenti climatici, dal rilancio dell’economia allo sviluppo della sicurezza transatlantica, anche in vista dei vertici G7 e NATO di giugno.
La missione negli Usa, la prima di Draghi da premier, servirà – come chiede anche Enrico Letta – a ribadire “la leadership e la guida europea” verso la soluzione della crisi, rilanciando l’unità del Vecchio continente anche su sanzioni, armi e indipendenza energetica. Il premier non intende indietreggiare, nonostante i distinguo arrivati da Giuseppe Conte e i tentativi di smarcamento da parte di Matteo Salvini che chiede un incontro al capo del Governo e ai leader dei partiti di maggioranza per “parlare di pace”.
Il raggiungimento del cessate il fuoco e l’avvio di un negoziato sono e restano, per l’inquilino di palazzo Chigi, l’obiettivo da raggiungere nel più breve tempo possibile. Per l’Ucraina che sta subendo “un’aggressione immotivata”, per la tenuta dell’ordine democratico e per la tenuta economica e sociale del Paese.(LaPresse)