KIEV – Cinque missili sono stati lanciati su Kiev durate l’incontro tra Antonio Guterres e Volodymyr Zelensky. Il segretario dell’Onu si è detto “scioccato” per quanto avvenuto, mentre il presidente ucraino ha definito l’attentato un “tentativo di umiliare l’Onu” da parte di Mosca. E da parte del rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell arrivano altrettante dichiarazioni di sdegno: “Scioccato e sconvolto per l’attacco missilistico russo su Kiev e altre città ucraine – ha detto – La Russia dimostra ancora il suo sfacciato disprezzo per il diritto internazionale bombardando una città mentre il segretario generale delle Nazioni Uniti Antonio Guterres è presente, nello stesso momento del primo ministro bulgaro Kiril Petkov”. E in queste ore il governatore di Dnipropetrovsk Valentyn Reznichenko ha dichiarato che altri missili sono stati lanciati sull’oblast di Dnipropetrovsk: “Al mattino – si legge su Telegram – le forze russe hanno attaccato i villaggi di Velyka Kostromka e Marianske nella regione di Dnipropetrovsk usando lanciamissili Grad”.
L’evacuazione
In programma una nuova evacuazione da parte del governo ucraino: questa volta riguarda i civili ancora in essere nell’acciaieria Azovstal di Mariupol. La notizia è stata diffusa direttamente dall’ufficio del presidente Zelensky: “Per oggi – si legge nella nota – è in programma un’operazione per far uscire i civili dalla fabbrica”. Intanto la Camera degli Stati uniti dopo il Senato, ha approvato “una misura che consentirà a Joe Biden di usare una legge della seconda guerra mondiale per fornire più rapidamente armi all’Ucraina”. Inoltre il presidente americano chiederà “un altro finanziamento di 33 miliardi di dollari” in soccorso l’Ucraina.
Rodionov: avviare processo di denazificazione
Secondo Dmitry Rodionov, direttore del Centro di ricerche geopolitiche dell’Istituto dello Sviluppo innovativo, fornitore di studi e analisi a Mosca, “se l’Ucraina non sarà denazificata e demilitarizzata fino in fondo, questa Operazione militare speciale verrà ricordata come un fallimento. Bisogna solo andare avanti. Mesi fa – ha continuato Rodionov – noi abbiamo ricevuto il compito di studiare diversi progetti teorici di spartizione dell’Ucraina. Ma il primo, ovvero la semplice liberazione del Donbass, ormai è superato dagli eventi e dall’ostinazione del regime di Kiev nel procrastinare la resa. Per noi è la prova che quello Stato è intriso di filosofia nazista. L’Ucraina del sud deve rientrare in uno spazio russo, vedremo poi con che formula. La parte occidentale del Paese va lasciata al suo destino”.