MILANO – L’attacco russo su Kiev durante la visita del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, giunto dopo settimane di relativa calma nella capitale, ha ucciso una giornalista di 55 anni, Vera Girich. La reporter lavorava per Radio Svoboda, cioè Radio Libertà, emittente finanziata dagli Usa che trasmette in Paesi in cui la stampa libera non è del tutto diffusa: si trovava a casa sua in uno degli edifici colpiti e il suo corpo è stato trovato fra le macerie.
Sul significato simbolico dell’attacco Kiev non ha dubbi: è stato un modo di Vladimir Putin di mostrare “il dito medio” all’Onu, è l’accusa del sindaco della capitale ucraina, Vitali Klitschko. Era terminata da circa un’ora la conferenza stampa del presidente ucraino Volodymyr Zelensky con Guterres quando i missili sono caduti su Kiev: “Questo dice molto sul reale atteggiamento della Russia verso le istituzioni globali, sui reali tentativi della leadership russa di umiliare l’Onu e tutto ciò che l’organizzazione rappresenta”, ha commentato lo stesso Zelensky. Mosca ha confermato il lancio di missili, ma si è limitata a dire di avere distrutto gli edifici dell’impresa missilistica Artyom.
Sul campo, ottenere un’immagine chiara di cosa stia accadendo nell’est è complicato anche perché i continui attacchi aerei e di artiglieria hanno reso estremamente pericoloso muoversi per i giornalisti. Ma finora i soldati russi e i separatisti filorussi sembrano essere riusciti a ottenere pochi progressi e il ministero della Difesa britannico sostiene che questi sono stati ottenuti a costo di significative perdite per il Cremlino. Un’opinione affermata anche da Kiev: secondo un consigliere del presidente Zelensky, Oleksiy Arestovych, l’Ucraina ha registrato perdite gravi, ma quelle russe nell’est sono “colossali”.
Kiev ha fatto sapere che pianifica l’evacuazione dei civili dall’acciaieria Azovstal di Mariupol, dove civili e forze ucraine sono circondate dalle truppe russe, ma al momento non si hanno notizie di un corridoio umanitario. Secondo il comandante della 36esima brigata che guida le forze ucraine asserragliate, Serhiy Volyna, la situazione è “oltre la catastrofe umanitaria”, con “poca acqua e pochissimo cibo”. Il sindaco di Mariupol, Vadym Boychenko, ha definito la situazione dell’acciaieria “disperata”, aggiungendo che nell’ospedale da campo all’interno ci sono ancora oltre 600 feriti.
E sul campo è stata registrata la prima morte di un cittadino Usa in combattimento: si tratta di Willy Joseph Cancel, 22 anni, ex Marine Usa che combatteva come contractor a fianco degli ucraini. Al momento è nota la morte di altri due stranieri a fianco delle forze di Kiev, uno del Regno Unito e uno della Danimarca.
Intanto la diplomazia guarda già al G20 di novembre, che si terrà a Bali: il presidente dell’Indonesia, Joko Widodo, ha invitato sia Zelensky sia Putin, scatenando l’ira Usa. Putin “non dovrebbe assolutamente” prendere parte al vertice, ha detto il portavoce del Pentagono John Kirby alla Cnn, secondo il quale Putin “ha isolato la Russia con le proprie azioni e dovrebbe continuare a essere isolato dalla comunità internazionale”. Posizione su cui ha proseguito poco dopo la Casa Bianca per bocca della sua portavoce Jen Psaki: “Il presidente è stato chiaro sul suo punto di vista: non dovrebbe essere ‘business as usual’ e la Russia non dovrebbe farne parte”.(LaPresse/AP)