Miano in fibrillazione, tornano i Balzano: scontro con i Cifrone

Gli inquirenti: sale la tensione per il controllo del quartiere

NAPOLI – Cambiano gli assetti nell’area nord. I Balzano riprendono quota e tornano nelle palazzine di edilizia popolare. Si riaccende lo scontro tra i gruppi di sopra e sotto Miano. Gli inquirenti hanno acceso i riflettori e le pattuglie hanno intensificato i servizi per il controllo del territorio. La paranza dei Balzano-Scarpellini torna in auge nei quartieri a nord della città. Lo sospettano gli investigatori, che hanno elevato al massimo il livello di allerta.

Un duro colpo per i Cifrone. Ma la mappa è ancora frammentata, per tracciare un bilancio definitivo.
I boss sono detenuti e ogni scarcerazione pesa negli equilibri tra le cosche. Come pure ogni arresto. Il gruppo di Abbasc Miano al momento sembra meglio organizzato e potrebbe pianificare un rapido ritorno alle ostilità. Sullo sfondo la storica contrapposizione per il controllo delle piazze di spaccio: qui è il core business delle organizzazioni criminali. Di più. Tra i Balzano e i Cifrone non è mai stata vera pace. Ma solo una tregua estemporanea, per studiare le mosse degli avversari. Sono i due sodalizi sorti dopo lo smantellamento dei Lo Russo, che si sono disgregati per il pentimento dei boss. Intanto le forze dell’ordine hanno redatto una informativa con gli ultimi assetti nell’area nord della città: la guerra qui si combatte tra i Cifrone di sopra Miano e i Balzano del ‘lato di sotto’. Per prendere il posto dei Capitoni. Una battaglia anche di nervi, tra alleanze e scissioni.

Non a caso gli inquirenti parlano di lunga ‘guerra di logoramento’. E qui scarcerazioni, pentimenti e arresti contano nei delicati equilibri tra le cosche. Ma procediamo con ordine. Spesso i magistrati si affidano ai pentiti, per decifrare quello che accade nelle palzzine. Pochi mesi fa il 39enne di Marianella Emanuele Pancia ha deciso di iniziare a collaborare. Primi giorni di giugno. “Dottoressa – dice al pm antimafia Maria Sepe – io sto qua dentro per una rapina, ma io non ho fatto rapine. Ho fatto tutt’altro”. Il riferimento è ai suoi rapporti con gli Stabile, attivi a Chiaiano, e ai legami del clan con gli ‘scissionisti’ degli Amato-Pagano. In mezzo, il sequestro Pettirosso, per il quale sono in corso due processi, tra abbreviato e dibattimento, con 15 persone imputate. L’area nord è diventata una polveriera negli ultimi mesi.

E le forze dell’ordine hanno provato ad adottare le contromisure, con controlli a tappeto nelle zone considerate le roccaforti dei clan. Ma non sempre basta. Cosa sta accadendo: in pratica – stando alle ultime informative delle forze dell’ordine – tra Miano, Chiaiano e Piscinola il ‘vuoto di potere’ ha fatto avanzare sullo scacchiere pedine giovani. Ragazzi anche con poca (nessuna) esperienza. Ma pronti a tutto. Non hanno nulla da perdere. E per questo più pericolosi. I nuovi ras di Chiaiano, Miano e Piscinola fanno più paura dei vecchi boss di camorra. E la tensione è salita alle stelle dopo l’arresto di Matteo Balzano. Per gli inquirenti è una sorta di punto di non ritorno: i Cifrone hanno approfittato per fare un passo avanti. Da quel momento sono cominciate le scintille. E oggi sono i due cartelli che si contendono il vecchio feudo dei Lo Russo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome