Energia, Cingolani accelera sui rigassificatori: “Siamo in economia di guerra”

Accelerare sulla realizzazione dei rigassificatori da rendere operativi entro la prima metà del prossimo anno

Roberto Cingolani (Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse)

ROMA – Accelerare sulla realizzazione dei rigassificatori da rendere operativi entro la prima metà del prossimo anno; spingere sulla ricerca per le rinnovabili non escludendo anche la possibilità di nuove tecnologie relative al nucleare ma chiudendo alla costruzione di nuove centrali; mandare a regime entro i primi mesi del 2024 i nuovi contratti di fornitura del gas stipulati negli ultimi due mesi. Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani detta, da un evento a Vicenza, l’agenda energetica nazionale per i prossimi mesi, confermando che l’Italia di fatto sta scivolando verso un’economia di guerra.

“Siamo entrati in un’economia di guerra – sottolinea il ministro – questo ormai va detto e tra un’economia di mercato e una di guerra il passo è lungo”. E per Cingolani in questo contesto e alla luce delle scelte energetiche a livello europeo “alcuni Paesi saranno più colpiti di altri”. Proprio per mettere in sicurezza il futuro energetico nazionale Cingolani chiede di accelerare sulla messa in opera del rigassificatore. “Entro il primo semestre del 2023 dovrà essere al lavoro – spiega – e lo piazzeremo nel posto dove si farà prima”. Sull’area da indicare Cingolani parla di valutazioni tecniche su cui si sta ragionando, ma indica come possibili l’area di Piombino e quella di Ravenna.

A questo primo passo si affianca la diversificazione delle forniture rispetto al gas russo. “Negli ultimi due mesi – sottolinea – abbiamo siglato numerosi contratti in particolare in Africa, assicurando a regime forniture di gas per oltre 25 miliardi di metri cubi: per far partire queste nuove forniture ci vorrà un pò, ma contiamo di andare a regime a partire dal 2024”. Nel futuro immediato non trova spazio invece la realizzazione di nuove centrali nucleari. “Costruire impianti oggi che tra dieci anni sarebbero superati non avrebbe senso, ma non per questo non si deve fare ricerca su tecnologie che potrebbero garantire una maggiore autonomia energetica”. Al centro per Cingolani deve rimanere la spinta per le fonti rinnovabili ma anche il nucleare può rappresentare una risorsa.

LaPresse

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